CICCIANO – Non accennano a placarsi le polemiche per le bollette inviate dalla nuova società che gestisce la riscossione dei tributi al comune di Cicciano. Ad intervenire sull’argomento l’ex assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Capolongo. “Gli eletti dal popolo hanno due obblighi essenziali: il primo il rispetto delle leggi e delle norme, il secondo la tutela del supremo interesse pubblico. Una buona amministrazione riesce a operare scelte nell’interesse della propria comunità, facendo coincidere ambedue gli obblighi in tal modo “agevolando” i propri concittadini nei momenti di estrema difficoltà” scrive Capolongo. “Nel caso specifico dell’esternalizzazione del servizio riscossioni (recupero crediti), come nella maggior parte delle scelte, questa amministrazione ha girato le spalle ai suoi contribuenti. È importante sottolineare che quanto sta accadendo è frutto di espressa volontà del Consiglio Comunale, conseguente all’approvazione della delibera 29 del 28/02/2019, da cui si evince, chiaramente, chi ha votato a favore. Infatti, amministratori “idonei” nell’assise avrebbero semplicemente condizionato l’affidamento della riscossione ad una società esterna, scegliendo preventivamente di consentire ai cittadini l’istituto giuridico del ravvedimento volontario con cui avrebbero potuto regolarizzare le proprie pendenze rispetto ai tributi erariali e a quelli comunali” aggiunge l’ex assessore. “Nel caso di Cicciano, prima ancora della gara per l’esternalizzazione, si sarebbero potuto invitare i cittadini a regolarizzare le loro posizioni debitorie facendo sì che versassero la sorta capitale con una quota parte di sanzioni e interessi strettamente commisurata al tempo intercorrente tra la data di scadenza e quella di effettivo versamento. Non avendo previsto questo, oggi i cittadini si ritroveranno a dover pagare, per i versamenti non effettuati, una somma incrementata quantomeno dei costi di gestione della società concessionaria” sottolinea ancora Capolongo. “Corre l’obbligo evidenziare che i cittadini sono sempre cittadini, non solo quando si vota e perciò definirli “evasori” indiscriminatamente, senza le opportune verifiche preventive, è quanto meno una caduta di stile da parte delle istituzioni. In conclusione, due sono le questioni: quando fu deliberata la riscossione esterna dei tributi, o questi signori erano consapevoli di quanto stavano approvando, oppure approvavano atti senza conoscere i contenuti. Questa aberrante situazione ha una sola origine: questi signori hanno poco e/o nessuno interesse per le sorti dei cittadini”.