di Bianca Bianco
NOLA- Indignati e sconvolti. I familiari di Felice Napolitano, sindaco di Nola dal 2004 al 2009, scomparso nel gennaio del 2012, reagiscono con sdegno alle accuse di Filomena De Sena, ex impiegata del Comune di Nola agli arresti nell’ambito dell’affaire “Mandatopoli”.
Lo scorso settembre la De Sena rese spontanee dichiarazioni agli inquirenti della Procura di Nola. Il bubbone dei mandati falsi era ormai scoppiato riempiendo le cronache della stampa locale. L’impiegata (dimissionaria a luglio) riferì ai magistrati la propria versione dei fatti. E nel racconto fece riferimento a Felice Napolitano. L’interrogatorio risale all’11 settembre 2013, la De Sena afferma, tra le altre cose: “Fui convocata nell’ufficio dall’allora sindaco Felice Napolitano il quale mi disse che doveva reperire fondi per persone indigenti e che avrei dovuto formare mandati per la ditta Mercogliano Antonio”.
Accuse ad un uomo che non può più difendersi, contro le quali la famiglia ha deciso di sporgere querela per diffamazione. L’incarico di tutelare il nome dell’ex primo cittadino scomparso nel 2012 dopo una terribile malattia è stato affidato all’avvocato Giuseppe Guida: “I familiari del compianto sindaco Napolitano sono indignati dalla ricostruzione dei fatti resa dalla signora De Sena, che getta discredito e infanga la figura integerrima del loro congiunto- afferma il legale-. Accuse peraltro scardinabili in base ad un semplice confronto cronologico. La De Sena riferisce quanto le avrebbe suggerito Napolitano, che però divenne sindaco nel giugno del 2004. Il primo mandato di pagamento falso risale al 5 febbraio 2004. Ovvero quattro mesi prima della elezione di Felice Napolitano. Un dato inconfutabile. Basta confrontare questi elementi per rendersi conto della inattendibilità della ricostruzione della indagata”.
Inoltre, continua il legale della famiglia Napolitano “altre persone coinvolte in questa vicenda, le cui dichiarazioni hanno avuto risalto, non hanno mai fatto cenno all’allora sindaco giustificando la loro condotta in altro modo”.
Dopo la fuga di notizie sugli interrogatori di settembre, la famiglia Napolitano ha deciso con dolore ma fermo convincimento di sporgere querela per diffamazione contro l’ex impiegata: “Le sue sono dichiarazioni diffamatorie- conclude l’avvocato Guida- rivolte ad una persona che non può più, purtroppo, difendersi. Saranno i familiari a chiedere che venga difeso il ricordo del loro amato congiunto”.