NOLA – Era l’11 settembre 1943: a Nola si scrive una delle pagine più drammatiche della storia del nostro Meridione. Una guarnigione italiana viene disarmata con l’inganno e minacciata con le armi. Undici ufficiali vengono posti in fila davanti al muro di cinta della caserma Principe Amedeo di piazza d’Armi per essere fucilati. Dovranno pagare per la morte di un ufficiale tedesco avvenuta il 10 settembre nel corso di uno scambio a fuoco. Domani, in occasione del 77esimo anniversario, l’Eccidio di Nola sarà ricordato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gaetano Minieri con la deposizione di una corona di alloro ai piedi del Monumento ai Caduti in piazza Matteotti. Il corteo, composto da autorità civili e militari, partirà alle 11.15 da piazza Duomo.
LA PROPOSTA DEL CNDDU – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani vuole sottoporre all’attenzione della comunità scolastica un tragico episodio avvenuto tra il 10 e l’11 settembre del 1943: l’eccidio di Nola. All’indomani dell’8 settembre 1943 data in cui viene firmato l’armistizio di Cassibile tra il generale Badoglio e gli Alleati, a Nola, si consumò la prima delle feroci rappresaglie perpetrate dai nazisti nei confronti degli italiani, considerati traditori. I fatti storici ben descritti nel libro del generale Pietro Manzi (Istituto grafico editoriale italiano, 2017) e nel recente docufilm di Felice Ceparano,raccontano come siano stati barbaramente e freddamente assassinati in modo sommario 12 soldati e ufficiali dell’esercito italiano e alcuni civili, che, nonostante non avessero opposto nessuna resistenza e sventolassero una bandiera bianca, furono massacrati. I loro nomi sono oggi scolpiti una lapide affissa nell’atrio dell’ex Distretto Militare di Nola: Giuseppe De Luca (10 settembre); Sol. Domenico Russo (10 settembre); Ten. Eduardo Carelli (10 settembre); Col. Amedeo Ruberto (11 settembre); Col. Michele De Pasqua (11 settembre); Ten. Roberto Berninzoni (11 settembre); Cap. Mario De Manuele (11 settembre); Ten. Enrico Forzati (11 settembre); Ten. Alberto Pesce (11 settembre); Ten. Gino Iacovone (11 settembre); Ten. Luigi Sidoli (11 settembre); Ten. Pietro Nizzi (11 settembre); Ten. Consolato Benedetto (11 settembre).Fra gli ufficiali una menzione particolare merita il sacrificio del giovane tenente Enrico Forzati, che venne insignito successivamente della medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Per rappresaglia alla reazione opposta dai militari del reparto cui apparteneva, affiancati da elementi civili, contro la proditoria aggressione di truppe tedesche alla caserma, veniva messo in riga con tutti gli altri ufficiali per una spietata decimazione. Visto un collega al suo fianco che si avviava al sacrificio, mosso da impulso di sublime generosità, si faceva prontamente avanti dicendo ad alta voce: “Sono stato chiamato io”. Cadeva così fieramente sotto il fuoco del plotone di esecuzione, dando luminoso esempio di stoica abnegazione, di fulgido cameratismo e di eccelso amore di Patria.” Riflettere sulla memoria storica, sulla verità e sulle ingiustizie può sicuramente aiutare i giovani a capire il proprio presente e l’importanza del dono della democrazia, di uno Stato che sia improntato ai valori dell’umanità e della condivisione. Gli ideali liberticidi non potranno mai portare benessere ma solo oscurantismo e dolore. Purtroppo sono ancora presenti spinte disgregatrici e anticostituzionali che si richiamano a disvalori ispirati all’estremismo. Che il passato sia un monito per preservare il futuro. Nazionalismo sfrenato, razzismo, denigrazione e violenza sono elementi ancora sussistono nella nostra società. Lottare per la libertà e la democrazia, per i diritti dell’uomo e dell’umanità diventano un imperativo categorico da non deviare specie nelle aule scolastiche. “La nostra democrazia, i nostri valori di libertà si fondano proprio a partire dal sangue versato da innocenti e dal conseguente commosso grido dei padri fondatori dell’Europa, mai più guerre, mai più lutti. Mai più è la consegna che deve accompagnare ogni giorno il nostro essere cittadini, i comportamenti della vita quotidiana perché la storia ci insegna che, di fronte alla barbarie, interi secoli di civiltà possono essere annientati in un istante”. (Sergio Mattarella)