martedì, Novembre 26, 2024
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Una storia semplice e un caso letterario, i numeri primi di Paolo Giordano

solitudinenumeriprimidi Isabella Savinelli

Paolo Giordano a soli venticinque anni pubblica il suo primo libro: “La solitudine dei numeri primi”. È laureato in fisica teorica ed è dottorando presso l’università torinese. Il suo esordio è diventato immediatamente un caso letterario ottenendo consensi unanimi di pubblico e critica. L’elemento che lo ha reso tale è senz’altro l’originale ed efficace combinazione di matematica e letteratura.

Il romanzo si apre con due episodi apparentemente sconnessi, vissuti rispettivamente dai due protagonisti: Alice e Mattia. Alice è una ragazza di facoltosa famiglia che, nel corso di una di una lezione di sci, a causa di uno spiacevole ed umiliante inconveniente, finisce fuoripista e lì, sui pendii di quella montagna innevata e gelida, si spezza una gamba; riesce a salvarsi, ma resterà zoppa e, soprattutto, segnata per sempre. Mattia, invece, appartiene alla classe media e ha un’intelligenza superiore alla norma, a differenza della sorella gemella Michela che invece è affetta da una grande forma di autismo. Isolato dal resto dei compagni per via della sua “scomoda” sorella, Mattia vive la propria infanzia in solitudine, per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che lo aspetterà e che lui l’avrebbe raggiunta presto. Dopo la festa arriva al parco, non vede più sua sorella che sembra essere scomparsa. Questi due avvenimenti segnano profondamente la vita dei due ragazzi che crescono sentendosi diversi dagli altri. Le loro vite, poi, si incrociano: si conoscono ad una festa e diventano amici, degli amici “speciali”.Di tanto in tanto si incontrano e, tra silenzi, confessioni di segreti, avvicinamenti e contatti carnali, tessono sempre di più il filo che li lega l’uno all’altra ma che, in un certo senso, li separa per sempre: come due binari di un treno, vicini ma destinati a non incontrarsi mai, come due numeri primi gemelli e solitari (come il3 e il5), vicini ma separati da un solo numero, pur essendo innamorati l’uno dell’altra, non riescono a superare il muro di solitudine che li separa.

Paolo Giordano racconta questa storia con uno stile ed una scrittura fluida e immediata, con dialoghi brevi, concisi e limpidi in modo tale che gli eventi narrati arrivino in modo semplice al lettore. Il grande successo di questo libro ha spinto il regista Saverio Costanzo a trarne l’omonimo film, distribuito nelle sale cinematografiche il 10 Settembre 2010, che ha vantato una grande affluenza da parte degli spettatori. Il finale della storia non è certamente lieto, lascia un po’ di amaro in bocca. D’altronde“la solitudine dei numeri primi” non è una favola, ma un libro che vuole restare a tutti i costi attaccato alla realtà, soprattutto a quella più cruda e opprimente. Forse anche per questo è piaciuto così tanto: perché, nei confronti di Alice e Matteo, due giovani adulti, cupi, pieni di insicurezze e di paure, che si ripromettono di cambiare ma poi rimangono sempre uguali a se stessi, i lettori provano una sorta di empatia, una condivisione di quelle ansie e di quei timori esistenziali che al giorno d’oggi li assillano. Ma Paolo Giordano ha avuto il merito di alleggerire la serietà e la concretezza di questa tematica con l’amore tra i due ragazzi,un amore che, anche se sembra non scoppiare, è quello che dura per sempre, quello che c’è, si avverte, ma non si vede come è testimoniato dai pensieri di Mattia: “Pensava che lui e Alice erano così, due numeri primi gemelli, soli e perduti, vicini, ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.”

 

AUTORE: Paolo Giordano

TITOLO: La solitudine dei numeri primi

EDITORE: Mondadori

ANNO: 2008

PAGINE: 304

PREZZO: 18.00€

 

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