NOLA- Tutti sapevano, soprattutto nel giro degli avvocati e delle compagnie assicurative. Tutti sapevano quali erano gli organizzatori delle truffe assicurative. Quali le agenzie assicurative conniventi, quali gli avvocati che con i falsi sinistri si sono fatti “una posizione”, quali i poveracci che per compensi che andavano da 50 a 100 euro fingevano di tutto, persino di essere stati investiti. Ed avrebbero detto di tutto anche dinanzi al giudice di pace, con testimonianze false seriali.
IL BIONDO– L’operazione Jordanus ha fatto venire a galla il marcio che tutti conoscono, soprattutto negli ambienti di provenienza dei 401 indagati. Per esempio non ha stupito molti il coinvolgimento di un quarantenne di Palma Campania, ritenuto una della menti del sodalizio, capace per raggiungere i suoi scopi di falsificare di tutto: dai bolli ai referti medici. Ed a dimostrarlo sono le puntuali perizie calligrafiche disposte dalla Procura di Nola su centinaia di documenti sequestrati negli studi degli avvocati coinvolti e nell’agenzia dell’uomo. Il “biondo”, così è soprannominato, agiva attraverso lo schermo della compagnia assicurativa gestita da una congiunta. E’ attraverso l’ufficio che smista pratiche fasulle ed organizza imbrogli di ogni genere con la complicità dei due avvocati di Marzano e dei medici coinvolti nell’indagine. La “fauna” per simulare danneggiati e danneggianti e per portare falsi testimoni la trova direttamente in agenzia, a finire nel marchingegno sono a volte anche clienti in debito per il pagamento della polizza assicurativa, che lui convince a firmare cid in bianco o a fare i testimoni falsi in cause davanti i giudici di pace di Nola o Lauro. Uno degli interrogati lo confessa al magistrato: “Ero in una situazione economica gravissima, così mi sono prestato a fare da finto testimone”. Quando non si tratta di disperati, si tratta di persone allettate dalla promessa di facili guadagni.
Dopo una prima perquisizione, lo scorso anno, l’organizzatore di truffe sente il fiato sul collo e scompare, non si mostra in pubblico, disattiva i telefono e si rifugia in una villa al mare. Al suo posto un collaboratore che continuerà a gestire i traffici pure intuendo che l’agenzia è sotto la stretta sorveglianza degli inquirenti.
Il PERIODO FRANCO- Che cosa accade quando si rimane coinvolti in un incidente con colpa? Che la classe di merito in cui la propria compagnia assicurativa ci ha inserito peggiora, l’incidente viene “smaltito” in cinque anni e nel frattempo si deve pagare di più. Invece a chi organizzava i “pezzotti” scoperti con l’operazione Jordanus non accadeva niente grazie al semplice stratagemma del “periodo franco”. Le auto coinvolte in incidenti con colpa per una strana alchimia li facevano solo entro i due mesi precedenti il rinnovo della polizza cioè dopo che la generazione dell’attestato di rischio così da poter cambiare compagnia e rimanere nella stessa classe di merito.