NOLA- Una categoria scossa dalle polemiche e dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Nola. L’operazione Jordanus ha svelato il mercato marcio dei “pezzotti”, dei falsi incidenti. Professionisti laureati ed abilitati, togati che rappresentano i cittadini nelle aule di giustizia, spesso rispettabilissimi esponenti della società civile, anche candidati alle elezioni, che avevano una attività parallela. I falsi sinistri per alcuni erano un modo per “reggere” il peso delle spese di una professione dispendiosa, per altri un modo per arricchirsi. Di più, sempre di più, cambiando auto ed acquistando belle ville frodando le compagnie assicurative. “Hanno scoperto l’acqua calda” hanno detto alcuni riferendosi alla inchiesta della Procura nolana che ha indagato ben 400 persone, dei quali 12 avvocati sono stati raggiunti da misure interdittive (cioè la sospensione temporanea dell’esercizio dell’attività forense, stessa sorte toccata ai medici sospesi). Che fosse acqua calda o paludosa, l’indagine di carabinieri e finanza, coordinata dai magistrati della Reggia Orsini, ha creato un terremoto nel Palazzo di Giustizia e nelle aule dei giudici di pace. L’inchiesta si allargherà ad altri medici, ai giudici di pace, e ad altre aree vicine a quella Nolana: queste sono le indiscrezioni che confermano come la Procura non abbia nessuna intenzione di mollare la presa. Quello avviato dal Procuratore Mancuso è un repulisti cominciato con altre inchieste, dopo le quali scattarono anche le manette.
Di fronte a questo terremoto di inchieste, di indiscrezioni e con un clima sempre più acceso nell’opinione pubblica, la categoria forense si difende. Oggi pomeriggio si terrà una riunione del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Nola proprio per discutere dell’ordinanza del Gip. Il presidente Francesco Urraro è chiaro: “Preso atto delle risultanze dell’inchiesta, ho convocato un’adunanza straordinaria del Consiglio per assumere ogni determinazione conseguente, in ottemperanza alle disposizioni in materia disciplinare ed in linea con il prioritario impegno del Consiglio Forense per la legalità, anche a tutela dell’immagine dell’Avvocatura nolana”. Una immagine provata dagli scandali di questi giorni.