NOLA- Dall’associazione a delinquere alla corruzione in atti giudiziari, dalla corruzione al falso ideologico compiuto nell’esercizio della professione, dall’uso di atto falso alla falsificazione di bollo. Un panorama sconfinato quello delineato dai magistrati della Procura nolana sotto il profilo delle contestazioni ai 400 indagati dell’inchiesta Jordanus. Ma tra i reati contestati alla organizzazione criminale composta da professionisti e procacciatori, ci sono anche quelli di usura e riciclaggio.
L’inchiesta della procura suddivide i componenti del sistema in “vertici” (gli avvocati), procacciatori (soprattutto del Vallo di Lauro e del Vesuviano) i medici (soprattutto consulenti tecnici di parte, alcuni di Liveri, San Paolo Bel Sito, Nola), testimoni falsi (del Vesuviano e del Mariglianese) e indagati per usura e reati finanziari.
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