
Un agguato, tre colpi di pistola e un ragazzo di appena 19 anni, Davide Carbisiero, trovato senza vita all’alba di ieri in una sala slot di via Berlinguer, nel cuore del centro abitato a Casea, nel Casertano. Una scena agghiacciante quella che si è presentata davanti agli occhi del titolare del bar attiguo, che ha subito chiamato i carabinieri. Sul pavimento, accanto al cadavere, alcuni bossoli. Letale, secondo gli accertamenti, un colpo alla giugulare. Il giovane, originario di Succivo e incensurato, era arrivato la sera prima alla sala giochi dopo aver accompagnato a casa la fidanzata. Di lui non si conoscevano legami con ambienti criminali, eppure la dinamica dell’omicidio ha portato sul posto, oltre ai militari del Nucleo Investigativo di Aversa, anche un magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia. Un atto freddo, calcolato, che sembrava rimandare a un’esecuzione in stile mafioso.
Le indagini hanno preso una svolta rapida. In serata, i carabinieri hanno fermato un 17enne, già ascoltato nelle ore successive al delitto. Il minorenne è ora in un centro di giustizia minorile a Napoli, accusato di omicidio su disposizione della Procura per i Minorenni. Le telecamere di videosorveglianza – Cesa è coperta per circa l’80% del territorio – sarebbero state decisive nel ricostruire l’accaduto e individuare il sospettato. Secondo quanto trapelato, gli investigatori stanno ancora cercando di chiarire il movente. Una pista conduce a un possibile legame, indiretto, con il passato giudiziario del padre della fidanzata della vittima, recentemente tornato in libertà dopo una condanna per spaccio. Nulla però è stato confermato, e tutte le ipotesi restano al vaglio degli inquirenti.
In paese, lo sconcerto è palpabile. Tanti i giovani e i cittadini che si sono radunati nei pressi della sala slot, ancora increduli di fronte a quanto accaduto. Il sindaco di Cesa, Enzo Guida, ha espresso cordoglio e amarezza: “Perdere la vita a 19 anni resta sempre un fatto inspiegabile, qualsiasi siano le circostanze. E quel che sconcerta è la facilità con cui dei minori possono avere accesso alle armi”.
“Ci sono due famiglie distrutte – ha aggiunto Guida – e c’è una comunità che si interroga. Le forze dell’ordine stanno lavorando con grande serietà per ricostruire la verità, ma è evidente che servono riflessioni profonde su ciò che sta accadendo tra i nostri giovani”.