sabato, Aprile 19, 2025
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Diplomi falsi in cambio di mille euro: 3 arresti e 7 indagati, 1700 casi sospetti

Una vera e propria “fabbrica di diplomi falsi” al servizio di aspiranti lavoratori scolastici è stata smantellata grazie a un’articolata inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Caserta, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Benevento. Questa mattina, i militari del Nucleo Pef di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di tre persone, gravemente indiziate del reato di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione e commercializzazione di diplomi professionali falsi. Altri sette soggetti sono stati identificati come partecipi del sodalizio, pur senza necessità di misure cautelari.

L’indagine, avviata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e poi trasmessa per competenza a Benevento, ha fatto emergere un meccanismo ben rodato che ruotava intorno a un istituto scolastico paritario di Durazzano, utilizzato come copertura per produrre titoli professionali falsi da inserire nelle graduatorie del personale Ata per il triennio 2021-2023. Secondo gli inquirenti, il sistema prevedeva la falsificazione dei registri d’esame e dei verbali, con commissioni inesistenti e diplomi retrodatati all’anno scolastico 2012/2013, nonostante la scuola avesse ottenuto la parità solo nel 2016. Le intercettazioni, le copie forensi dei dispositivi elettronici e i documenti sequestrati hanno confermato l’estensione del fenomeno: si contano almeno 1.743 diplomi falsi. I candidati pagavano circa 1.000 euro per ottenere i falsi certificati, e in alcuni casi erano gli stessi membri dell’organizzazione a compilare le domande d’inserimento nelle graduatorie scolastiche.

Durante le perquisizioni, i tre arrestati – estranei formalmente alla scuola – sono stati trovati in possesso di ingente documentazione riconducibile all’istituto e a numerosi beneficiari dei falsi titoli, oltre che a somme consistenti di denaro contante. Il gip del Tribunale di Benevento, valutando le prove raccolte e gli esiti degli interrogatori preventivi (introdotti dalla legge Nordio), ha disposto la misura cautelare ritenendo sussistente il pericolo di reiterazione del reato per i tre principali indagati, vista la gravità e la sistematicità delle condotte.

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