giovedì, Febbraio 20, 2025
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Rifiuti tessili nelle aree protette del Vesuvio: denunciati due imprenditori

Scarti di lavorazione tessile trasformati in rifiuti e abbandonati nelle aree protette del Parco Nazionale del Vesuvio. È quanto scoperto dai carabinieri forestali “Parco” di Ottaviano, che hanno denunciato due imprenditori del settore tessile, titolari di opifici a Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano. L’operazione rientra in una serie di controlli mirati a contrastare i crimini ambientali, con particolare attenzione agli sversamenti illeciti di rifiuti industriali. Secondo quanto accertato dai militari, i due imprenditori avrebbero smaltito abusivamente gli scarti di lavorazione, trasformando aree periurbane e agricole in vere e proprie discariche a cielo aperto, con l’obiettivo di risparmiare sui costi di smaltimento regolare.

Uno degli sversamenti illegali è stato individuato a Somma Vesuviana, dove i militari hanno rinvenuto sacconi di plastica colmi di ritagli tessili all’interno del parco. A incastrare l’azienda responsabile è stato un dettaglio chiave: alcune etichette cucite sui tessuti, che hanno permesso di risalire alla ditta di San Giuseppe Vesuviano responsabile dell’abbandono. L’area è stata immediatamente sequestrata. Un secondo caso è emerso a Ottaviano, dove i carabinieri hanno scoperto un opificio tessile completamente abusivo, dedito alla produzione di cuscini imbottiti con rifiuti veri e propri. All’interno della struttura, gli investigatori hanno trovato enormi sacchi di plastica contenenti spugne di piumoni usati, accumulate senza alcuna igienizzazione in una tensostruttura, per un quantitativo stimato di circa 250 metri cubi di materiale. Anche in questo caso, tutto il materiale è stato sequestrato.

L’operazione dei carabinieri forestali conferma l’attenzione delle forze dell’ordine nella tutela del territorio vesuviano, da anni minacciato da sversamenti illeciti e degrado ambientale. Il Parco Nazionale del Vesuvio, una delle aree naturalistiche più importanti d’Italia, è spesso bersaglio di pratiche illegali legate all’industria tessile locale, che cerca di eludere i costi dello smaltimento dei rifiuti a danno dell’ambiente e della salute pubblica.

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