sabato, Febbraio 15, 2025
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Domicella, opificio tessile irregolare: lavoratori pagati 4 euro l’ora

Operazione congiunta tra Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Ufficio Tecnico del Comune di Domicella ha portato alla scoperta di un opificio tessile abusivo nella zona Pip del comune irpino. L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, era finalizzata al contrasto del caporalato e del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

IL BLITZ – Durante il blitz degli agenti del commissariato di Lauro e dei finanzieri di Avellino e Baiano, all’interno del capannone industriale è stata trovata una fabbrica tessile clandestina gestita da due cittadini del Bangladesh. All’interno dell’opificio lavoravano dieci operai extracomunitari, di nazionalità indiana e bengalese, ma dagli accertamenti è emerso che solo tre di loro risultavano assunti con regolare contratto, mentre gli altri sette erano impiegati completamente in nero. La scoperta è avvenuta grazie a segnalazioni pervenute presso il commissariato di pubblica sicurezza, che indicavano un anomalo affollamento di cittadini extracomunitari in alcuni immobili della zona, acquistati da cittadini del Bangladesh. Le indagini hanno permesso di ipotizzare la presenza di opifici abusivi dediti allo sfruttamento della manodopera straniera.

CONDIZIONI DISUMANE – Le condizioni in cui erano costretti a lavorare gli operai sono apparse drammatiche e disumane a cominciare dall’igiene inesistente: c’era un unico bagno malfunzionante a disposizione di tutti i lavoratori. I pasti venivano consumati sul banco da lavoro, senza un’area adibita a mensa. I salari erano da fame: la retribuzione percepita era di soli 4 euro all’ora, una cifra ampiamente inferiore ai minimi contrattuali previsti dalla normativa italiana. Il tutto in assenza di sicurezza: l’opificio non rispettava le basilari norme antincendio e presentava gravi carenze strutturali. Inoltre, gli scarti tessili prodotti dal laboratorio non venivano smaltiti secondo le normative ambientali vigenti, ma semplicemente ammucchiati all’interno del capannone, aumentando così il rischio di incendio.

SEQUESTRO E DENUNCE – L’intero opificio è stato posto sotto sequestro e i due titolari sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Inoltre, è stata avanzata la proposta di sospensione dell’attività imprenditoriale all’Ispettorato del Lavoro di Avellino.

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