mercoledì, Gennaio 8, 2025
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Frutta secca made in Campania: etichetta obbligatoria per origine di noci, nocciole e mandorle

Con l’arrivo del 2024, una nuova misura dell’Unione Europea garantisce maggiore trasparenza ai consumatori. È infatti entrato in vigore il regolamento che rende obbligatoria l’indicazione dell’origine per tutte le varietà di frutta secca sgusciata o essiccata. Un provvedimento che interessa anche prodotti di IV gamma come funghi non coltivati, zafferano e capperi, e che rafforza la tutela delle eccellenze agroalimentari italiane, Campania in testa. “La Campania è tra le quattro regioni italiane maggiormente produttive nel settore della frutta secca e leader mondiale per la produzione di nocciole, superando persino la Turchia. Questo obbligo consente ai consumatori di scegliere con maggiore consapevolezza, puntando su un prodotto sicuro, certificato e a norma” spiega Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania.

NUMERI DA RECORD – Nel 2023, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea-Nielsen, le famiglie italiane hanno acquistato 115 milioni di chili di frutta secca, per una spesa complessiva di 1,1 miliardi di euro. Se si considera anche quella utilizzata nell’industria dolciaria, il consumo sale a 640 milioni di chili. La Campania si distingue per alcune delle sue eccellenze più rinomate, come la nocciola di Giffoni Igp e la noce di Sorrento, che rappresentano il fiore all’occhiello di una filiera non solo economicamente rilevante, ma anche cruciale per la tutela del territorio e del paesaggio.

SETTORE DA VALORIZZARE E PROTEGGERE – La frutta secca è un alimento ricco di vitamine, proteine e antiossidanti, consigliato in molte diete moderne. Tuttavia, resta alto il rischio di contaminazioni, soprattutto per i prodotti importati da Paesi extra-UE. Nel 2024, numerosi allarmi alimentari europei hanno riguardato frutta secca contaminata, come pistacchi con aflatossine dalla Turchia e dall’Iran, e nocciole o pinoli dalla Cina. “Con oltre 54mila tonnellate di nocciole prodotte ogni anno, la Campania guida il mercato italiano. Questa coltivazione ha un valore economico e culturale che rafforza il legame tra il territorio e la sua identità” sottolinea Ettore Bellelli, presidente di Coldiretti Campania.

PROSPETTIVE DI CRESCITA – Il mercato italiano della frutta secca ha generato nel 2023 un fatturato superiore a 800 milioni di euro, segnando una crescita dell’8,5% rispetto all’anno precedente. L’industria di trasformazione campana, grazie alla sua vitalità e innovazione, si pone al centro di questa espansione. Coldiretti rilancia con una nuova sfida: l’introduzione dell’obbligo di indicare l’origine anche per la frutta secca usata nelle preparazioni dolciarie, come creme di nocciole e torroni. “Pur esistendo aziende virtuose che lo dichiarano volontariamente, è fondamentale che sia imposto per legge, per garantire la piena trasparenza” concludono Loffreda e Bellelli.

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