CICCIANO – Questa mattina, alle 11:30 (orario un tantino scomodo), si è svolto il consiglio comunale di Cicciano, un incontro ricco di temi rilevanti, ma caratterizzato anche da un episodio che ha interrotto il diritto di cronaca. Nonostante l’inizio acceso, con discussioni su punti all’ordine del giorno come il pagamento di debiti fuori bilancio, variazioni di bilancio legate ai mutui, e l’approvazione del regolamento per il contrasto all’evasione tributaria, il consiglio ha avuto uno sviluppo che ha lasciato l’amaro in bocca. A partire dal punto sull’approvazione del piano economico-finanziario, la cronaca della seduta si è bruscamente interrotta.
A spiegare l’accaduto è Domenico Forino, unico giovane e aspirante giornalista presente tra il pubblico, che era lì per documentare la seduta.
“Mentre seguivo la discussione, ho scattato una foto da inviare alla mia fidanzata su WhatsApp per mostrarle il consiglio comunale. Nulla di più semplice, pensavo. Ma improvvisamente, un consigliere di maggioranza ha chiesto l’intervento dei vigili urbani, sostenendo che stessi fotografando i protagonisti della seduta. Sono rimasto sorpreso, e lo sono stato ancora di più quando anche una consigliera di minoranza ha appoggiato la richiesta, dichiarando che non autorizzava alcuna sua ripresa”.
“Solo in quel momento mi sono reso conto che si stavano riferendo a me. Mi sono alzato dalla sedia – ero seduto in terza fila, sul lato sinistro della sala – e mi sono diretto verso l’uscita. A quel punto, il vigile urbano mi ha fermato sulla porta, chiedendomi di cancellare le foto. Non ho voluto creare discussioni inutili, data anche l’atmosfera già tesa per piccoli diverbi tra i membri del consiglio. Senza polemizzare, ho consegnato il telefono. Il vigile ha selezionato e cancellato le foto, inclusi, per sbaglio, alcuni scatti fatti il giorno precedente, domenica 15 dicembre, quando ero in compagnia della mia fidanzata. Gli ho fatto notare che potevo recuperarle dal cestino del telefono, ma, senza pensarci troppo, ho deciso di eliminare tutto per chiudere rapidamente la questione”.
“Sono uscito dalla sala consiliare deluso e amareggiato. Non sono più rientrato. La sensazione di sconforto ha preso il sopravvento, e con essa, la consapevolezza che il mio diritto di cronaca era stato compromesso. Ho sempre avuto una forte passione per la politica, soprattutto quella locale. Da oggi, però, questa passione si è un po’ affievolita. Mi dispiace dirlo, ma credo che la buona politica dovrebbe avvicinare i cittadini, soprattutto i giovani, alle istituzioni. Invece, quello che è successo oggi ha avuto l’effetto opposto”.
“Ero lì per seguire per il giornale, ma anche per passione. Volevo semplicemente raccontare alla comunità quello che accade in un luogo pubblico come il consiglio comunale, dove, tra l’altro, le foto non sono vietate, mentre per le videoriprese integrali serve un’apposita autorizzazione del presidente del consiglio comunale. Purtroppo, non mi è stato permesso. Ripensandoci, mi chiedo ancora il perché di certi comportamenti. Non ho una risposta. So solo che, tra il pubblico, ero l’unico giovane presente, in una sala che contava circa 12 o 13 persone in tutto”.
“Sono andato via senza poter portare a termine quello che avevo iniziato: raccontare ciò che stava accadendo. Devo però ringraziare due persone. In primo luogo, l’assessore Nunzia Coppola, che ha provato a calmare gli animi durante il consiglio e che, con una telefonata successiva, ha mostrato grande sensibilità, un gesto che ho davvero apprezzato. Un grazie anche al vicesindaco Antonio Recetano, per il suo atteggiamento di disponibilità. La beffa finale? La foto che volevo inviare alla mia fidanzata, ovviamente, non è mai arrivata. E così, tornando a casa, ho dovuto anche sentirmi dire: “Secondo me eri dall’amante”.