Quando l’amore materno si manifesta anche nel doloroso atto di lasciare andare il proprio figlio, pur di garantirgli un futuro migliore: è questo il messaggio intorno al quale ruota uno dei capolavori della letteratura italiana contemporanea che porta la firma di Viola Ardone, scrittrice di successo dalla penna graffiante e coinvolgente.
Ci troviamo a Napoli, nel secondo dopoguerra. Per salvare Amerigo dalla denutrizione e da una vita in strada e dunque dalla morte – che non le ha risparmiato un altro figlio – la madre accetta la proposta del Partito Comunista: imbarcare il bambino in un treno diretto verso il nord, dove l’aspetta una famiglia pronta ad accudirlo nei mesi più freddi. Nel suo caso si tratta di una donna sola che deve ospitarlo suo malgrado. Il soggiorno lontano da casa porterà Amerigo a confrontarsi con l’idea di una vita migliore e con il senso di appartenenza, in un percorso di crescita segnato dalla separazione dalla madre naturale e dall’accoglienza in una nuova famiglia, che lo condurrà a una sorta di conflitto interiore una volta tornato nella sua terra natìa.
Il tema sella separazione si mescola così a quello del senso di colpa in una continua ricerca di identità. Tutto ciò porta a crescita e cambiamento, con il viaggio di Amerigo che può rappresentare una metafora del passaggio dall’infanzia all’età adulta, con la formazione di una nuova identità in un contesto culturale e sociale continuamente in evoluzione. Un vero bestseller da cui è nato un film con la regia di Cristina Comencini che è stato presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma lo scorso 20 ottobre. Il film verrà distribuito su Netflix dal 4 prossimo dicembre. (Autilia Napolitano)
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