MARIGLIANELLA (Nello Lauro) – La telenovela Agrimonda continua. Il comitato civico cittadino “Ambiente e Territorio” guidato da Ciro Tufano ha inviato un nuovo sollecito al ministero per l’Ambiente, alla Regione Campania, al prefetto di Napoli e al sindaco di Mariglianella per conoscere lo stato di avanzamento dell’intervento di bonifica del sito di fitofarmaci andato in fumo nel 1995 con 235 tonnellate di antiparassitari, 750 tonnellate di concimi, 6 tonnellate di plastica e 40.000 litri di pesticidi liquidi. Uno scempio ambientale che aspetta giustizia da 29 anni durante i quali si sono susseguiti esposti, denunce, articoli, interrogazioni regionali, commissari ad acta: pochissimi i riscontri ottenuti. “Il sollecito – si legge nel documento degli ambientalisti – è motivato dal fatto che il 22 marzo 2022 risulta approvata l’analisi di rischio sito specifica che ha dimostrato, ancora una volta, che la concentrazione dei contaminanti nel sito di Mariglianella al confine con Marigliano con la presenza di mercurio, di alluminio, di tricloropropano, di benzene, di ddt e di altri pesticidi è superiore ai valori di concentrazione della soglia di rischio. Un ulteriore sollecito dopo quello dello scorso mese di giugno quando il sindaco di Mariglianella Arcangelo Russo, con una nota inviata alla Regione Campania e al difensore civico regionale, ha chiesto ufficialmente al vicepresidente Fulvio Bonavitacola di “sostituirsi al comune di Mariglianella come soggetto di attuatore esterno” per la bonifica per il quale è previsto un finanziamento di 2,5 milioni di euro e per il quale è stato accreditato al Comune di Mariglianella nello scorso mese di marzo un anticipo del 10% della somma complessiva (250mila euro). ” E’ una situazione di stallo che non consente ancora di liberare l’area dell’ex Agrimonda dagli inquinanti nella falda acquifera. Il sindaco, responsabile della salute pubblica, è a conoscenza di quanto grave sia l’esposizione di rischio per la salute della popolazione, a causa di materiale presente ancora nei suoli ed anche nelle falde acquifere e non “informa” nei dettagli la popolazione come dovrebbe: questo sito resta una bomba ambientale ancora innescata” tuona Ciro Tufano. La battaglia continua.