lunedì, Settembre 16, 2024
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Frana a San Felice a Cancello: proseguono le ricerche di Agnese e Giuseppe

Proseguono nella frazione Talanico del comune casertano di San Felice a Cancello le ricerche, da parte dei Vigili del Fuoco, delle due persone disperse dopo la frana di martedì 27 agosto, provocata da un forte nubifragio. Dopo il ritrovamento, poche ore dopo l’alluvione, di quello che restava dell’Apecar su cui i due, madre e figlio, avevano cercato di fuggire dal fiume di fango e detriti, stamani i vigili del fuoco di Caserta, coordinati sul campo dal Comandante Paolo Massimi, hanno rinvenuto altri pezzi del mezzo, ma di Agnese Milanese, 74 anni, e del figlio 42enne Giuseppe Guadagnino, ancora nessuna traccia.

Madre e figlio erano usciti per andare a raccogliere le noci, per paura che la pioggia incombente potesse rovinare il raccolto, e quando ha iniziato a piovere e grandinare in modo violento, hanno fatto in tempo a raggiungere l’Apecar. Davanti a loro, in un altro mezzo a tre ruote, c’era Raffaele, figlio di Agnese e fratello di Giuseppe, che stamattina, appoggiato al parapetto che dà sul canalone, piangeva disperato. “Erano dietro di me – racconta – poi ad una curva io sono passato e loro non li ho visti più. Rischio di restare solo”, aggiunge Raffaele, alludendo al fatto che un altro fratello – sono tre – è morto molti anni fa colpito da una scarica elettrica mentre faceva il muratore, e anche il padre non c’è più. “Li ho cercati tutta la notte, li abbiamo cercati anche con i droni dei vigili del fuoco, ma inutilmente”, non si da pace Raffaele. Al muretto del canalone c’è anche Alessandro, con cui Giuseppe lavorava come asfaltista: “dovevamo vederci stamattina alle 6.30 per andare a lavorare”, dice con la voce rotta. “Era un ragazzo serio e attaccato alla madre. E pensare che erano arrivati a cento metri dalla casa in cui abitano quando sono stati travolti”.

Il prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo, che ha coordinato le operazione di ricerca dei dispersi e messa in sicurezza del territorio, dopo aver effettuato un sopralluogo e una riunione tecnica in Comune, ha disposto un rafforzamento delle “unità in campo per la ricerca delle due persone”, spiegando poi che una delle concause del disastro potrebbe essere stato anche l’incendio che, ad inizio agosto, ha devastato la pineta della collina da cui si è staccata la colata di fango e detriti, diventato poi un fiume in piena. “Sicuramente la mancanza di alberi in alcuni punti della collina ha indebolito la capacità di resistenza del terreno; gli alberi avrebbero forse potuto rallentare la frana o mitigare quando accaduto. Ma queste sono valutazioni che faremo in una fase successiva. Ora dobbiamo concentrarci sulle ricerche e sulle opere urgenti di messa in sicurezza”.

Si cerca con cani molecolari e droni in particolare nel canalone che costeggia la frazione scendendo dalla collina da dove si è staccata la colata di fango; proprio nel canalone, all’altezza di un ponticello nel pieno centro della frazione, era stato ritrovato il tre ruote, trascinato per centinaia di metri dalle acque melmose. I vigili del fuoco ieri hanno usato anche gommoni e sommozzatori per cercare laddove l’acqua ha creato dei laghetti profondi qualche metro. Oggi si procederà anche a svuotare una delle due vasche realizzate sulla collina proprio per prevenire le alluvioni; invasi che si sono riempiti in seguito alla frana.

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