domenica, Settembre 8, 2024
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Mafia: operazione Dia: 18 arresti e sequestri per 131 milioni di euro

Diciotto misure cautelari, sequestro di beni per oltre 131 milioni di euro e 57 indagati. Sono i numeri di una vasta operazione della Direzione Investigativa Antimafia in corso su tutto il territorio nazionale su disposizione della Dda di Roma. Le 18 persone destinatarie dei provvedimenti disposti con un’ordinanza dal gip di Roma sono ritenute gravemente indiziate di far parte di due associazioni, con l’aggravante mafiosa, radicate in Roma e finalizzate alla consumazione di estorsioni, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche di proventi illeciti; reati aggravati dall’aver agevolato i clan di camorra Mazzarella -D’Amico, le cosche della ‘ndrangheta Mancuso e Mazzaferro e il clan Senese. Le indagini hanno permesso di scoprire l’esistenza di una vera e propria centrale di riciclaggio, operante in Roma e con interessi in tutto il territorio nazionale

A quanto emerso delle indagini avviate nel marzo del 2018 dalla Dia- Centro operativo di Roma con il coordinamento della Dda ,la centrale di riciclaggio si sarebbe avvalsa della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento derivante sia dagli stretti legami con le organizzazioni criminali mafiose tradizionali che per l’immediata disponibilità di armi da guerra e comuni da sparo. Oltre alle misure cautelari personali il gip ha disposto il sequestro preventivo di 3 società e per equivalente fino alla concorrenza della somma complessiva di euro 131.826.000, profitto dei reati, nei confronti dei 57 indagati, da eseguirsi sui beni nella loro disponibilità.

L’INDAGINE – Nell’indagine, coordinata dall’ aggiunto Ilaria Calò, sono stati raccolti elementi indiziari sull’esistenza di due distinte organizzazioni criminali che “riciclavano ingenti profitti, infiltrando progressivamente attività imprenditoriali in apparenza legali operanti in molteplici campi” come “la cinematografia, l’edilizia, la logistica, il commercio di autovetture e di idrocarburi”, spiega una nota della Procura di Roma. Nel corso delle indagini, partite nel 2018, sono emerse “convergenza di interessi di mafie storiche e nuove mafie e in particolare del clan D’Amico-Mazzarella, e delle cosche calabresi Mancuso e Mazzaferro e della famiglia Senese – prosegue la nota – nel settore del commercio illecito degli idrocarburi, raccogliendo gravi indizi circa l’esistenza di un’altra autonoma associazione criminale, collegata alla prima, operante sulla capitale e ramificata in altre regioni del Paese”. “In termini di gravità indiziaria – si legge – contestualmente ai reati di natura economico-finanziaria, circostanziati anche dalle attività di accertamento fiscale delegate al Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Roma, i componenti delle due organizzazioni sono risultati anche dediti alla commissione di una serie di delitti in qualche modo strumentali ai primi (delitti di estorsione e usura) tanto per regolare partite di dare e avere tra loro o con terzi quanto per legare a sé gli imprenditori indispensabili per alimentare l’illecito profitto. In tale ambito, emergeva la riserva di violenza delle due associazioni, sia per la forza di intimidazione derivante dagli stretti legami con le organizzazioni criminali mafiose che per l’immediata disponibilità di armi da guerra e comuni da sparo”.

GLI ARRESTATI – Il figlio dell’ex storico esponente della banda della Magliana, Enrico Nicoletti, e il figlio di Michele Senese, ritenuto il capo della camorra a Roma. Ci sono anche loro due, Antonio Nicoletti e Vincenzo Senese, nella maxi operazione della Dia e dalla Dda di Roma. Misura cautelare anche per il produttore cinematografico Daniele Muscariello e il manager musicale Angelo Calculli. Arrestati anche Roberto Macori e Salvatore D’Amico. (fonte Ansa)

 

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