“Il sistematico asservimento delle pubbliche funzioni agli interessi di tre imprenditori” costa la seconda ordinanza di custodia cautelare per Gianluca Festa: l’ex sindaco di Avellino, già ai domiciliari dal 18 aprile scorso, si è visto notificare stamattina all’alba da carabinieri e Guardia di Finanza il nuovo provvedimento firmato dal Gip del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura. Contemporaneamente una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari è stato notificata all’architetto Fabio Guerriero, fratello dell’ex consigliere comunale Diego, per il ruolo svolto nei presunti accordi corruttivi con tre imprenditori: questi ultimi, a loro volta, sono stati raggiunti dalla misura interdittiva del divieto a contrattare con la pubblica amministrazione. Lo stesso giudice ha disposto il sequestro per equivalente di 40 mila euro ciascuno nei confronti di Festa e Guerriero e di 35 mila euro complessivi nei confronti dei tre imprenditori. Gli appalti finiti nel mirino della Procura, che non avrebbero niente a che fare con il capitolo delle sponsorizzazioni alla squadra di basket da parte di imprenditori in rapporti di lavoro con il Comune di Avellino, hanno come riferimento temporale la fine dello scorso anno e gli inizi del nuovo: “Un frenetico dipanarsi – scrive la Procura – di accordi e reiterazione dei rapporti corruttivi”. Il nuovo filone di indagini dell’inchiesta “Dolce Vita” ha come perno le intercettazioni, soprattutto quelle captate tra Fabio Guerriero e i tre imprenditori, e irrompe a poche ore dall’insediamento, avvenuto ieri pomeriggio, del nuovo sindaco di Avellino, Laura Nargi, e del nuovo consiglio comunale.
“FESTA NON HA INTASCATO MAZZETTE” – “Le indagini patrimoniali svolte sull’indagato e sui suoi familiari non hanno consentito di riscontrare utilità in denaro, dal momento che non è stata rintracciata alcuna liquidità chiaramente incoerente con le sue entrate”. Lo afferma, dopo la nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex sindaco di Avellino, Gianluca Festa, il suo difensore, Luigi Petrillo, che in un comunicato sottolinea anche che “a Festa non viene contestata la corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio non essendo stato individuato alcun appalto o affidamento pubblico illecitamente aggiudicato, ma la condotta meno grave di asservimento delle funzioni”. Sulle intercettazioni che inchioderebbero l’ex sindaco al “patto corruttivo” con gli imprenditori titolari di lavori per conto del comune di Avellino, Petrillo afferma: “Le prove fanno esclusivamente riferimento a intercettazioni ambientali e telefoniche, peraltro già nella disponibilità degli inquirenti dal 18 aprile scorso, oggetto di elaborazioni interpretative di cui occorrerà valutare la congruenza nella sede propria”. Un ulteriore passaggio è dedicato alle esigenze cautelari nei confronti di Festa, rappresentate dal pericolo di inquinamento delle prove e da quello di reiterazione del reato. “Stupisce – sottolinea il penalista – che gli inquirenti considerino irrilevante le dimissioni dalla carica di sindaco (presentate prima del 18 aprile scorso, ndr) e che l’indagato si trovi agli arresti domiciliari” da quasi tre mesi. Sull’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari di Festa, si pronuncerà nel mese di settembre la Sesta sezione penale della Corte di Cassazione a cui la difesa dell’ex sindaco si è rivolta contestando “la illegittimità delle intercettazioni eseguite nel corso delle indagini preliminari”.