Avrebbero preteso, a fronte di prestiti in denaro, tassi usurai oscillanti tra il 40% e il 50% annuo, facendo leva sulle condizioni di sudditanza psicologica delle loro vittime. Tanto da arrivare in un caso a farsi consegnare due immobili quale parziale “compendio” della somma da restituire e in un altro a non fermarsi nemmeno di fronte alla perdita del lavoro causata dalla pandemia. Azioni portate avanti da un’organizzazione usuraia a carattere familiare, vista che la stessa – da quanto accertato – sarebbe stata condotta da due sorelle e dalla figlia di una di loro. Ora la svolta, con gli uomini del gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata che ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip del tribunale su richiesta della Procura, nei confronti delle tre donne, tutte accusate di usura ed estorsione. Disposto anche il sequestro preventivo di due immobili, del valore complessivo di 100.000 euro, ritenuti profitto dell’illecita attivitĂ . Le fiamme gialle, mediante intercettazioni telefoniche, perquisizioni e l’acquisizione di specifiche informazioni, hanno potuto ricostruire i fatti, relativi al periodo che va dal 2016 al 2021, durante i quali sarebbero avvenute decine di prestiti, per oltre 215.000 euro, con l’applicazione di tassi d’interesse oscillanti mediamente tra il 40% e il 50% annuo. Gli inquirenti inoltre hanno potuto verificare come le tre donne avrebbero fatto ricorso anche ad intimazioni, fino ad arrivare in un caso a costringere la vittima, affetta da ludopatia, a cedere loro due immobili come saldo parziale del debito usurario contratto. Un’altra vittima, è stato ancora ricostruito, sarebbe invece caduta nella rete degli usurai a causa dell’insorgenza di debiti finanziari, dopo che il consorte aveva perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia da Covid-19.