Nuovo maxi sequestro da 200 milioni di euro per i fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori di Acerra operanti in diversi settori economici, tra i quali la gestione del recupero, smaltimento e riciclaggio di rifiuti urbani e industriali. La notifica del provvedimento da parte dei finanzieri Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli è stata contestuale a un ordine di dissequestro e restituzione della Cassazione. Il nuovo decreto di sequestro è stato emesso dalla sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura.
I nuovi accertamenti economico-patrimoniali delegati al Gico della Guardia di Finanza di Napoli. hanno confermato la pericolositĂ sociale degli imprenditori di Acerra e anche la palese sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati al Fisco. Il nuovo decreto di sequestro è stato emesso dalla sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura partenopea, in particolare del procuratore Nicola Gratteri e del coordinatore della Direzione distrettuale antimafia Rosa Volpe. Il nuovo provvedimento di sequestro – emesso a firma del giudice Teresa Areniello, presidente Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli – è stato possibile anche perchĂ© l’annullamento del primo sequestro da parte della Cassazione è avvenuto per motivi esclusivamente formali, cioĂ© il deposito della sentenza della Corte d’Appello oltre i termini di legge.
Sottolinea “la concreta e grave capacitĂ criminale” dei tre fratelli imprenditori di Acerra Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, il il Tribunale di Napoli (presidente Teresa Areniello) nel decreto con il quale ha disposto nuovamente a loro carico il sequestro di beni da oltre 200 milioni di euro. I fratelli Pellini, sottolineano i giudici, “hanno avviato le loro attivitĂ e hanno prosperato in un settore imprenditoriale tradizionalmente riservato alla criminalitĂ organizzata, prescindendo da essa” anzi “agendo in concorrenza con essa”, “operando in maniera assai spregiudicata, certamente avvantaggiati anche dal ruolo istituzionale ricoperto da uno di essi che, sebbene esponente delle forze dell’ordine (Salvatore Pellini era un carabiniere), risulta essere uno degli organizzatori dell’associazione tesa al traffico di rifiuti che che si avvaleva per i suoi scopi dell’attivitĂ imprenditoriale formalmente attribuita ai (suoi) fratelli Pellini, Giovanni e Cuono”. In sostanza, secondo il Tribunale, ma anche secondo la Procura e la Guardia di Finanza di Napoli, “si sono resi autori di gravissime condotte, le cui dannose conseguenze si sono riverberate e si riverberano tutt’oggi sulla salute pubblica e, in particolare, sulla comunitĂ di Acerra”.