Definisce “un malcostume impunito e diffuso” il giudice per le indagini preliminari di Nola quanto avvenuto nel comune di Cimitile, dove i carabinieri, anche attraverso le immagini di due telecamere sistemate all’esterno e all’interno degli uffici comunali hanno scoperto cinque (3 uomini e 2 donne) “furbetti del cartellino”. Si tratta di un agente della polizia municipale, di un dipendente dell’ufficio demografico, e di due funzionari a cui il giudice Giusi Piscitelli ha deciso di comminare le quattro sospensioni dall’esercizio delle pubbliche funzioni: tre per la durata di 12 mesi e una da 8 mesi. Per un quinto indagato, un altro agente della polizia municipale, accusato di avere piĂą volte agevolato il collega, utilizzandone il badge, il gip non ha ritenuto necessario emettere una misura cautelare. Nell’ordinanza “Smart Working” con la quale ha disposto le misure cautelari il giudice ha anche voluto sottolineare “l’estrema precisione, la completezza e chiarezza” delle fonti di prova acquisite dai carabinieri di Cimitile che forniscono “gravi indizi di colpevolezza” a carico di tutti gli indagati. “Emerge da tali fonti di prova – si legge ancora nell’ordinanza – che i prevenuti (gli indagati), suffragati da quello che verosimilmente era un malcostume impunito e largamente diffuso (come dimostra la mole dell’indagine, che allo stato ha riguardato una parte del personale dipendente), si sono allontanati in numerosissime occasioni contando anche su colleghi compiacenti che marcavano per loro il badge elettronico”. Il giudice ha ritenuto “di calibrare la durata della sospensione dal pubblico ufficio o servizio in ragione della gravitĂ della condotta laddove la gravità è stata considerata direttamente proporzionale al numero e alla durata degli illeciti allontanamenti, alla spregiudicatezza e allo scarso senso del dovere nonchĂ© allo svilimento della funzione dimostrati con la propria condotta”.