CICCIANO (Nello Lauro) Una serata speciale per i cuori azzurri e per gli amanti del calcio. La visita di Antonio Careca al “Napoli club Cicciano 4 maggio 2023” è stato un evento da ricordare. In tanti hanno voluto salutare il fuoriclasse brasiliano. A 63 anni, In piena forma fisica (qualcuno ha detto che potrebbe ancora giocare), ha posato sorridente con tutti per foto, autografi e video messaggi. Il bomber del secondo scudetto azzurro e della storica Coppa Uefa alzata a Stoccarda ha ricordato e svelato tanti aneddoti raccontati ai sognanti e rapiti spettatori accorsi nella sede del club e anche alla cena spettacolo di qualche ora dopo al ristorante Sacrosanto. Il sogno Napoli, cominciato dalla finale mondiale 86 con le parole di Diego Armando Maradona che gli chiese di venire in Italia dove aveva firmato una bozza di accordo con il Torino di Moggi e dell’amico Junior, ma poi il presidente del Napoli Corrado Ferlaino gli chiese di aspettare e fu una scelta che gli ha cambiato la vita visto come è andata, come ha ricordato il bomber da 96 gol in 221 partite in maglia azzurra corredati da Scudetto, Coppa Uefa e Supercoppa Italiana e tante partite da ricordare compresa quella della tripletta a Torino contro la Juventus. Il rapporto con il “gemello” Diego Armando Maradona e come era difficile (non facile) giocare con D10S perchĂ© il piĂą forte giocatore di tutti i tempi era piĂą avanti di tutti di anni e alcune giocate le vedeva solo lui. La maglia numero 7 e non la sua amata e fedele 9 al primo anno per rispettare un campione come Bruno Giordano che componeva con lui e Diego la “Magica”, garanzia di spettacolo, gol e vittorie. Il ricordo di quella notte del 17 maggio 1989 a Stoccarda quando fu protagonista assoluto nella finale di ritorno in terra tedesca con il gol del momentaneo 1-3 con un’esultanza strozzata dalla febbre a 40 che lo aveva tormentato per tutta la notte ma che non gli impedì di essere in campo e di essere decisivo, e l’aneddoto della sostituzione (al 70’ entrò Bigliardi e lo Stoccarda riuscì a pareggiare 3-3 al 90’) mal digerita al punto di non partecipare alla primissima fase dei festeggiamenti per la storica prima coppa europea degli azzurri ottenuta dopo una serie di scontri epici tra cui quello con rimonta ai quarti di finale contro la Juventus di Zoff, battuta 3-0 ai supplementari con un gol di Renica a un soffio dai calci di rigore. Ha parlato molto Careca dei sei anni meravigliosi con la famiglia Napoli ricordando anche l’ottimo rapporto con Corrado Ferlaino che ha saputo costruire senza le risorse economiche delle squadre del Nord una squadra che fatto la storia del sodalizio azzurro. A chi gli ha chiesto se il Napoli con quei giocatori avesse vinto poco Careca ha risposto dicendo che era il periodo di massimo splendore del calcio italiano con il Milan dei tre olandesi di Sacchi e l’Inter dei record di Trapattoni capaci di strappare lo scudetto agli azzurri. Anche al ristorante Sacrosanto altro uragano di affetto e, tra un piatto di pesce e l’altro, Antonio Careca ha detto che per essere campioni lui conosce solo una ricetta: quella del lavoro, lavoro, lavoro. La fortuna arriva solo a chi è disposto a sacrificarsi. Ha parlato di famiglia e di come lui sia sposato da 42 anni con la stessa donna (e tre figli) e di come sia importante la famiglia anche nel calcio, elemento che è mancato nel Napoli del dopo scudetto. Il calcio non si fa da solo e spero che il prossimo anno il Napoli possa tornare a vincere come lo scorso anno, questo il pensiero espresso da Careca. E poi ancora foto, video, autografi sempre con il sorriso che lo ha contraddistinto in tutto il suo percorso napoletano. Una serata magica per il “Napoli club Cicciano 4 maggio 2023” guidato dall’emozionato Donato Corrado che insieme al direttivo (il vice presidente Pietro Romano, Rosalba Capuano, Carmela Santoriello, Lucia Prevete, Maria Carmela Napolitano e Andrea Vacchiano) e al portavoce Luca Addeo hanno organizzato un doppio appuntamento con la storia azzurra con tanto di invito (accettato) dell’altro club Napoli di Cicciano. L’asso brasiliano ha salutato con il sottofondo di “Carè, Carè, Carè tira la bomba, tira la bomba”, uno dei cori immortali della torcida azzurra. Tutto per amore del Napoli. Quel Napoli che proprio oggi, 4 maggio, un anno fa, vinse il suo terzo scudetto della storia. (foto di Pablo Vecchione)