Sabato 20 aprile 2024 il Museo Storico Archeologico di Nola ospiterà per la proiezione del documentario Qualcosa Resta di Pasquale Napolitano, prodotto da Nephila Film con il contributo allo Sviluppo della Campania Film Commission.
L’evento organizzato in collaborazione con l’associazione Meridies, la Pro Loco Nola Città d’arte e la direzione del Museo, vedrà l’autore del film dialogare con Rita Alessandra Fusco. Qualcosa Resta (Italia, 39’) è un viaggio tra i luoghi e le comunità a quarant’anni dal sisma del 1980, un evento che ha modificato la fisionomia del territorio sia dal punto di vista topografico che antropologico.
Il docufilm di Pasquale Napolitano si focalizza sull’analisi e il racconto degli spazi e di quei segni che, con la loro presenza, restano come monumenti di una fase storica del Paese e, allo stesso tempo, sono in grado di raccontarne in maniera vivida le conseguenze nel presente. Grazie ad una serie di testimonianze, Napolitano si propone di narrare il territorio in maniera nuova e personale, ponendosi nella prospettiva di chi vive i luoghi segnati dal sisma.
La serata sarà anche l’occasione per presentare al pubblico e alle associazioni il prossimo progetto di Napolitano, il film Il Laboratorio (Italia, 2024) sull’operato di Vittorio Avella e Antonio Sgambati che da 50 anni instancabilmente, conducono l’unica stamperia campana superstite. Il film sarà girato nella seconda parte del 2024: è scritto da Pasquale Napolitano con Daniela Allocca, diretto da Pasquale Napolitano e prodotto da Lapej Communication.
Pasquale Napolitano, è docente di Metodologia e Tecniche dell’Audiovisivo presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Oltre alla sua esperienza accademica, è un multimedia designer e film-maker che ha partecipato a numerose mostre, rassegne, residenze e festival in Italia ed Europa. Nella sua carriera, ha diretto numerosi documentari, concentrandosi soprattutto su temi artistici. Ha realizzato diverse installazioni audiovisive ambientali e ha lavorato su numerosi progetti di video-arte e motion design. In tutte le forme espressive che utilizza c’è un elemento comune: il raccontare spazi.