Per quanto possa essere un luogo comune, rimane comunque difficile smentire l’affermazione per la quale la rete ha rivoluzionato qualsiasi contesto quotidiano. L’impatto della rete rimane per molti versi sbalorditivo, in special modo considerando il brevissimo tempo che le è occorso per portare trasformazioni che, in molti casi, appaiono ormai irreversibili. Si può guardare al mondo dello sport, inteso sia come praticato che come spettacolo: se uno sportivo o uno spettatore degli anni ’90 dovesse essere trasportato ai giorni nostri, probabilmente avrebbe non poche difficoltà a familiarizzare con lo stesso sport da lui praticato o seguito.
La fruizione dello sport come spettacolo, per esempio, oggi passa per la maggior parte dalla rete. Non in maniera totale, sia chiaro: spesso la trasmissione degli eventi sportivi risponde a interessi pubblici, ed è il caso di particolari tornei, di partite di squadre nazionali o di specifici incontri come lo scorso derby di Champions League tra Milan e Inter, che proprio per ragioni di rilevanza è stato trasmesso in chiaro in televisione nonostante i diritti detenuti in esclusiva, appunto, da una piattaforma streaming. Al di là di casi spesso marginali, comunque, lo scenario odierno vede l’assoluto protagonismo dei servizi di streaming nella trasmissione dello sport: da Prime Video a DAZN, il calcio è ormai trasmesso tramite rete. Anche le PayTv tradizionali, del resto, da tempo non sono più vincolate alle tecnologie satellitari: basti pensare a Sky e alla sua esclusiva sul Mondiale di Formula Uno, seguito soprattutto nelle soluzioni in streaming.
La rete ha, inoltre, permesso l’emersione di nuovi sport o la trasformazione di altri. Impossibile ovviamente non pensare agli eSport: giocare ai videogiochi in maniera competitiva. A lungo considerato un semplice capriccio persino all’interno della community di videogiocatori, l’idea di adottare un approccio sportivo al videogioco ha lentamente preso piede nel recente passato giungendo, a oggi, a rappresentare una fetta importantissima del già enorme mercato del videogioco. Da un lato sono le stesse software house a mostrarsi interessate, organizzando tornei videoludici ufficiali. Dall’altro lato le società sportive, intercettando gli interessi del pubblico, hanno ben presto cominciato a dotarsi di appositi settori per competere sui campi virtuali, partecipando a tornei elettronici tramite videogiocatori professionisti ben remunerati. Ampliando il discorso, al più generale contesto eSport possono essere ricondotte anche manifestazioni di videogiochi più particolari: è il caso dei giochi da casinò online. I più importanti operatori del settore, come PokerStars Casino, organizzano in maniera regolare tornei e competizioni di vario tipo, come eventi stagionali o per determinate ricorrenze: il successo in veste sportiva e competitiva dei tradizionali giochi da casinò, a ben vedere, è largamente dipendente dall’importanza della rete e dalla sua capacità di portare ad ampie porzioni di pubblico uno sport che, per molti versi, risulta ancora oggi particolarmente innovativo.
La rete ha anche reso disponibile un’enorme mole di dati grezzi, informazioni archiviate virtualmente in eterno e disponibili a chiunque. Questo ha permesso lo sviluppo di un vero e proprio approccio statistico scientifico allo sport, studiato attraverso Big Data e Data Analytics. La storia degli Oakland Athletics, compagine di baseball a stelle e strisce, è nota praticamente a tutti: agli inizi degli anni 2000 lo staff della società fu tra i primi ad avvalersi di studi statistici specifici per misurare le prestazioni degli atleti e orientare il mercato su determinati nomi. Oggi tale approccio informatizzato ha preso piede negli sport più diversi, portando nuovi dati attraverso i quali leggere le partite e curare persino gli allenamenti individuali.
Si può persino pensare ai rapporti col pubblico, ormai privi dell’intermediazione di qualsiasi agente: ogni sportivo ha i propri canali social e, al di là delle eventuali rapporti curati da agenzie di comunicazione, li utilizza da sé. Li utilizza anche, se non soprattutto, per comunicare informazioni circa la sua attività sportiva: basti pensare all’annuncio di Sebastian Vettel di volersi ritirare dalle competizioni di Formula Uno, fatto tramite un video su Instagram, o alla recente vicenda che ha visto protagonista il Napoli scudettato, reo di aver postato sui propri canali social un video derisorio a danno dell’attaccante Victor Osimhen, che dopo aver eliminato dai propri account ogni immagine con la maglia azzurra ha stemperato la vicenda con un messaggio distensivo affidato, ancora una volta, ai social.
Insomma, lo sport e la rete sono oggi più vicini che mai. Il web ha trasformato, per gli sportivi come per gli appassionati, il modo tradizionale di intendere lo sport: una situazione dalla quale, oggi, è difficile pensare di poter tornare indietro.