giovedì, Novembre 21, 2024
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Addio anticipato alle cabine telefoniche: finisce un’epoca

La fine di un’epoca: le cabine telefoniche spariranno, e lo faranno anche prima del previsto. Durante la conferenza sui conti del semestre, Tim ha confermato che le 16mila postazioni pubbliche disseminate per le strade delle nostre città verranno rimosse entro la fine del 2023, in anticipo rispetto al 2026 com’era invece previsto nei piani.

In una conference call, come riferisce il Sole 24 Ore, Pietro Labriola, amministratore delegato e direttore Generale di Tim, ne ha confermato lo smantellamento. Labriola lo ha riferito nel corso della presentazione dei risultati semestrali dell’azienda, aggiungendo che l’operazione avverrà in anticipo rispetto alle tempistiche previste precedentemente, ovvero entro il 2023 e non entro il 2026. Si tratta di circa 15 mila cabine telefoniche su tutto il territorio nazionale che andranno smantellate.

Lo scorso 23 maggio l’Agcom rilevava che la copertura radiomobile è ormai presente su oltre il 99% del territorio nazionale, per cui le obsolete cabine non sono più necessarie. Inoltre, in Italia sono in circolazione quasi 80 milioni di sim possedute da cittadini, computo dal quale si escludono quelle destinate alla domotica e all’automazione industriale, ovvero un numero superiore rispetto a quello della stessa popolazione italiana.

Gli italiani ormai non hanno più bisogno delle cabine, e un’indagine di mercato di Swg per AgCom lo conferma in pieno. Secondo lo studio meno dell’1% degli intervistati ha usato i telefoni pubblici nei 90 giorni precedenti e addirittura il 12% non ha mai fatto chiamate da questi in vita sua. Oltre l’80% della popolazione non avverte l’esigenza di utilizzare questo servizio e tre persone su quattro non saprebbero neanche dove cercare una cabina nei pressi di casa. Ormai l’Italia intera (con rarissime eccezioni iperlocali) è coperta, e bene, da rete mobile, internet, 4G. Da nord a sud, passando per le isole, ci sono un’ottantina di milioni di Sim attive, molto più di una per abitante.

Ci sono ancora 16.073 cabine in giro per la Penisola (alcune con più telefoni, per cui le cornette sono 35 mila 994 in tutto). Prima di demolire la cabina, Tim dovrà semplicemente verificare che la zona che la ospita non sia isolata. L’isolamento si verifica quando l’area non è raggiunta da una o più reti degli operatori mobili (Tim, Vodafone, WindTre, Iliad e gli altri). Solo in quel caso l’abbattimento della cabina dovrà essere sospeso. A quel punto sarà AgCom ad autorizzare o negare la demolizione, entro 60 giorni dalla segnalazione di questi casi peculiari.Rresteranno solo quelle che si trovano negli ospedali con almeno 10 posti letto, nelle caserme con almeno 50 occupanti stabili, nelle carceri e dove non c’è la copertura della rete mobile (esempio: i rifugi d’alta montagna).

Le cabine telefoniche hanno fatto il loro esordio in Italia nel 1952, in piazza San Babila a Milano. Hanno anticipato anche i telefoni pubblici nelle case, visto che questi erano presenti esclusivamente nelle edicole, nei bar o anche nei cosiddetti Posti Telefonici Pubblici dove gli italiani potevano recarsi per telefonare a pagamento. Indispensabili in certi casi, e rassicuranti in altri, le cabine telefoniche sono diventate presto un simbolo della cultura popolare, e con esse anche i gettoni che, scambiabili per poche lire, consentivano di fare le telefonate.

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