venerdì, Novembre 22, 2024
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Rogo a Città della Scienza, Cassazione annulla condanna per ex custode

NAPOLI (Nello Lauro) – Paolo Cammarota non ha alcuna responsabilità nel rogo che nella notte tra il 3 e il 4 marzo del 2013 incenerì “Città della Scienza” a Napoli. Lo hanno stabilito i giudici della quinta sezione della Corte Suprema di Cassazione che hanno annullato la condanna pronunciata dai giudici della Corte di Appello di Napoli nei confronti del 57enne ex custode di Volla. “Cassata” la decisione con la quale erano stati inflitti 5 anni e 4 mesi di reclusione. Cammarota, difeso dagli avvocati Antonio Tomeo e Luca Capasso, ha fin dall’inizio respinto le accuse e ora anche gli ermellini hanno accolto la tesi dei legali.

Una vicenda lunga e complessa: condanna in primo grado, assoluzione in secondo grado, annullamento dell’assoluzione da parte della prima sezione Cassazione, nuova condanna in appello, annullamento ieri della condanna da parte della prima sezione Cassazione. Secondo la tesi accusatoria “Città della Scienza” venne distrutta per sbloccare una corposa polizza assicurativa che avrebbe pagato debiti con i fornitori esterni e i dipendenti da mesi senza stipendi. Una tesi smontata dai difensori con un documento di 57 pagine nelle quali c’è una conversazione telefonica in cui emerge che quel giorno Cammarota venne chiamato in servizio all’ultimo momento per l’assenza di un altro vigilante, circostanza che esclude, secondo i legali, la premeditazione. Altra considerazione difensiva è che l’ex custode, dipendente e creditore verso “Città della Scienza”, non “potesse attentare al suo stesso posto di lavoro, per passare da una situazione di difficoltà economica ad una situazione economica definitivamente compromessa”.  Gli atti, ora, tornano in Corte d’Appello per un nuovo processo di secondo grado.

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