In una cittadina ancora addobbata con i colori del Napoli scudettato e con i festoni e simboli della festa patronale appena terminata, ma anche sotto choc per la morte nel Milanese della 29enne Giulia Tramontano, nativa proprio di Sant’Antimo, sono le urla delle donne a dare oggi il terribile risveglio. Pianto e disperazione per quel cadavere che giace di prima mattina a Piazza Sant’Antonio: è quello colpito da diversi proiettili di Luigi Cammisa, operaio edile di 29 anni, sposato e padre di due figli di 2 e 7 anni. A non troppa distanza, in un appartamernto di via Caruso 17, sono invece gli occhi di due bimbi a raccontare l’orrore vissuto: sono i figli della 24enne Maria Brigida Pesacane, cognata di Cammisa, uccisa dopo il 29enne dalla stessa mano, quella di Raffaele Caiazzo, suocero di entrambi, che sospettava che fra i due vi fosse una relazione extraconiugale.
Le due vittime vengono descritte come persone normali, “Luigi era un bonaccione” dice una parente, mentre Maria Brigida era molto legata ai propri due figli, come emerge dal profilo Instagram, in cui postava di continuo foto dei bimbi. “Tu figlio mio e la tua sorellina mi avete cambiato la vita, mi avete dato delle emozioni indimenticabili” è una delle frasi della 24enne. Nel popoloso comune dell’hinterland a nord di Napoli si attende nei prossimi giorni la celebrazione dei funerali di Giulia, che stasera viene ricordata con una fiaccolata.
“Violenza, violenza, sempre e solo violenza” dice quasi disperato il parroco don Salvatore Coviello, che conosceva bene Giulia ma non le vittime del duplice omicidio, originarie del vicino comune di Casandrino. “Ci riprendiamo da una tragedia e ne arriva subito un’altra. Questo duplice omicidio – si sfoga il prete – è frutto di un degrado sociale ed economico; qui si sopravvive e c’è anche tanta ignoranza, visto che si fa fatica a portare i figli a scuola. Ricordo che a Sant’Antimo non c’è un ristorante, non c’è un cinema, un teatro, non c’è alcun luogo aggregante per i cittadini”. Molto provato anche il sindaco Massimo Buonanno, che parla di “fatto gravissimo, che ci rattrista ancora di piĂą”.
“La cittĂ – dice – si è svegliata sgomenta proprio nella giornata in cui abbiamo organizzato la fiaccolata per Giulia. Purtroppo a Sant’Antimo c’è ancora tanto da fare per sensibilizzare la cittadinanza ad una generale cultura della legalitĂ . E il parroco ha ragione quando dice che mancano luoghi di aggregazione; per questo negli ultimi mesi abbiamo riaperto le ville comunali che erano chiuse”.