Il giudice Lucio Aschettino del tribunale di Nola ha condannato a tre anni di reclusione E. P., 57 anni, di Avellino, ritenendolo colpevole del reato di omicidio stradale con l’aggravante di aver causato lesioni gravi anche ad altre persone, per aver innescato il terribile tamponamento a catena costato la vita a Pasquale La Rocca D’Avino, quarantaduenne di Somma Vesuviana, e il serio ferimento di altri occupanti le vetture coinvolte.
L’imputato ha beneficiato della riduzione di un terzo della pena prevista dal rito abbreviato scelto ma, data l’entità della condanna, non potrà usufruire della sospensione condizionale. E’ stato condannato anche al pagamento di tutte le spese processuali e al risarcimento, da definire in separata sede, delle parti civili tra cui alcuni congiunti della vittima, costituitisi con l’avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere Vincenzo Cortellessa, e gli è stata altresì inflitta la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per due anni.
Il tragico incidente stradale è successo il 25 marzo 2022, alle 18.15, sull’A16. Pasquale La Rocca D’Avino stava percorrendo l’autostrada in carreggiata ovest con direzione Napoli-Bari alla guida di una Fiat 600, con a bordo anche una trentasettenne di Marigliano e aveva rallentato a causa di un lieve incidente senza feriti davanti a sé quando all’improvviso, all’altezza del chilometro 20+740, nel territorio comunale di Casamarciano, sulla sua utilitaria è arrivata da dietro, a una velocità stimata in 108 chilometri orari, la Mercedes Classe B di E. P. che procedeva nella stessa direzione, scatenando l’inferno e innescando un rovinoso tamponamento multiplo.
In seguito al violentissimo impatto da dietro, la 600 è stata infatti sospinta contro il veicolo che la precedeva, una Alfa Romeo Giulietta, che a sua volta è stata proiettata in avanti tamponando una Chevrolet Aveo. Ad avere la peggio il quarantaduenne, deceduto praticamente sul colpo a causa del gravissimo trauma cranio-encefalico riportato nei ripetuti urti sulla sua auto, ridotta un ammasso di lamiere: “miracolati” invece gli altri occupanti le vetture, alcuni dei quali però hanno riportato lesioni serie a cominciare proprio dalla passeggera della 600, trasportata e ricoverata inizialmente in prognosi riservata all’ospedale Moscati di Avellino.
Al conducente della Mercedes, iscritto fin da subito nel registro degli indagati, il Pubblico Ministero della Procura di Nola Patrizia Mucciacito, titolare del relativo procedimento penale, ha imputato di aver causato il decesso di La Rocca D’Avino, per citare la sua richiesta di rinvio a giudizio formulata al termine delle indagini preliminari, “per colpa consistita in imprudenza, negligenza e imperizia e in violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale”, avendo tenuto “una condotta di guida pericolosa, disattenta e negligente e omettendo di mantenere le distanze di sicurezza tra i veicoli, così travolgendo la Fiat 600 che lo precedeva”.
Pasquale La Rocca D’Avino ha lasciato in un dolore immenso la mamma Carpinella e i quattro fratelli Luigi, Carolina, Annamaria e Patrizio, oltre ai nipoti a cui era legatissimo. I familiari della vittima per fare piena luce sull’incidente si sono affidati allo Studio3A-Valore, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.