CICCIANO (Nello Lauro) – Schermaglie tattiche. Attacchi social e punzecchiature per niente velate. La campagna elettorale di Cicciano non è entrata ancora nel vivo. E’ entrata nel vivo la città che come in un incantesimo si rianima in periodo di amministrative.
Il “resuscitato” fossato si riempie e si contorna di aficionados, curiosi e tutta la fascia di ascolto. I candidati in ordine sparso si materializzano davanti ai rispettivi comitati elettorali che distano poco più di 100 metri per poi scomparire a bordo di auto a “fare” i voti. “Secondo te come è la situazione?” Non è una domanda per conoscere la verità dei fatti (impossibile in questo momento) ma la parola d’ordine per aprire la tenzone verbale.
I gruppi di ascolto e di discussione si moltiplicano a dismisura per tutto il centro cittadino: chi analizza le famiglie, chi ricorda le trattative per arrivare alla composizione delle liste, chi analizza le alleanze, chi pesa i voti del singolo candidato e del suo apporto alla lista in regime della doppia preferenza che spesso confonde il risultato.
Un micro mondo sempre acceso che tira fino alle ore piccole, che pensa di contare, che vuole contare. Del resto si parla di loro. Del loro presente, del loro futuro. La rivincita tra l’uscente sindaco Giovanni Corrado e il due volte primo cittadino Giuseppe Caccavale divide e infiamma i (fanta)elettori: chi parla di equilibrio (nel 2018 finì al fotofinish con 119 voti di scarto) e chi di un distacco (per l’uno o per l’altro) di 500 voti. Cinque anni dopo Cicciano torna al voto. Bulimia di parole e anoressia di proposte.