venerdì, Novembre 22, 2024
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Frana Casamicciola, si indaga per disastro colposo

Non ci sono solo soccorritori, tra le squadre giunte oggi ad Ischia per la strage di Casamicciola: insieme a loro anche carabinieri forestali con mezzi, droni e geologi specializzati in dissesto idrogeologico. L’obiettivo lo ha chiarito il generale Enrico Scandone, comandante provinciale di Napoli: “Fare le attivitĂ  di ricerca e documentazione che poi saranno utili all’autorità  giudiziaria”. Sì perchĂ© come avviene sempre in casi del genere, la magistratura ha aperto un’inchiesta per capire se il disastro si poteva evitare senza condotte colpose da parte dell’uomo.
La procura di Napoli, come anticipato dal Mattino, ha aperto un fascicolo, un atto dovuto, in cui si ipotizza il reato di disastro colposo, allo stato senza indagati. E’ il primo atto formale per procedere ad una serie di accertamenti – affidati ai carabinieri, e non solo – per ascoltare testimoni, procedere ad acquisizioni e, eventualmente, sequestri. Non c’è dubbio che la parte piĂą significativa dell’indagine sarà  di carattere, per così dire, burocratico-amministrativo: si tratta infatti di passare al setaccio tutta una serie di pratiche edilizie per verificarne la regolarità  e, soprattutto, vagliare la documentazione presente presso gli uffici comunali di Casamicciola, anche con riferimento a sanatorie e condoni.

Uno degli aspetti da chiarire è se quella parte alta del Comune di Casamicciola dove si è verificato il crollo fosse considerato a rischio dal punto di vista idrogeologico e se la sua urbanizzazione fosse regolare. Fin da subito, associazioni ambientaliste e non solo hanno puntato il dito contro l’abusivismo nell’isola come il fattore che ha determinato, o fortemente contributo a provocare il disastro. Un’ipotesi che oggi, sull’isola, diversi cittadini hanno però respinto al mittente. “Non parlate di abusivismo. L’apertura di una finestra o la costruzione di un terrazzino di un metro non hanno nulla a che fare con quanto accaduto”, dice uno degli sfollati a piazza Maio. “Venite a vedere da dove si è staccato il fango che poi è rotolato a valle e poi capirete che le costruzioni non hanno potuto essere la causa”, aggiunge.

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