Decine di auto distrutte, il fango che ancora riempie i locali a piano terra, danni da quantificare ma sicuramente ingenti: Monteforte Irpino si presenta come e peggio di due anni fa quando le forti piogge fecero esplodere il torrente tombato che scorre sotto il centro storico.
Era il settembre del 2020. “Il governo non ci riconobbe lo stato di calamità perché non c’erano state vittime nè hanno trovato risposta le nostre richieste di intervenire per mettere in sicurezza la montagna”, dice oggi sconsolato il sindaco Costantino Giordano che, come i suoi concittadini, ieri pomeriggio ha rivissuto l’incubo della colata di acqua e fango venuta già con inaudita violenza da più versanti del costone che sovrasta il piccolo centro alle porte di Avellino.
Decine di volontari sono al lavoro per liberare strade, vicoli, parcheggi sommersi da quasi due metri d’acqua. In mattinata il prefetto di Avellino, Paola Spena, si è recata sul posto insieme al sindaco per fare il punto della situazione.
Soltanto per fortuna non si contano feriti tra la popolazione, rimasta barricata in casa ai piani alti delle abitazioni: in alcuni punti, il livello ha raggiunto il primo piano. La violenza della colata ha invaso la farmacia in Vico Ponte Piazza e nella parta alta del paese il negozio del barbiere è stato “murato” dalle auto trascinate dall’acqua: l’artigiano, che ha rimediato soltanto qualche lieve escoriazione, è stato poi liberato e messo al sicuro dai Vigili del Fuoco.
Nel tardo pomeriggio di ieri cinque persone, tra cui un disabile, intrappolati nella loro abitazione erano stati evacuati dai caschi rossi. Ancora provvisoria la stima dei danni al patrimonio pubblico, che potrebbero superare il mezzo milione di euro, ai quali si dovrà aggiungere quelli causati a beni e proprietà di privati.