Ha consentito di ritrovare l’arma del delitto ed ha avviato un percorso di collaborazione, come riporta Repubblica, Antonio Pipolo, il 27enne reo confesso del duplice omicidio avvenuto mercoledì scorso nel rione Fiat di Ponticelli dove sono stati uccisi a colpi di pistola Carlo Esposito, assassinato da Pipolo in un “basso” insieme con l’operaio Antimo Imperatore, che per conto di Esposito stava eseguendo dei lavori in quell’abitazione, come già aveva fatto, su delega del clan, anche in altri alloggi occupati abusivamente dalla camorra.
La voce del suo “pentimento” era circolata nei giorni scorsi ma gli inquirenti finora hanno preferito mantenere il massimo riserbo anche per tutelare la famiglia del sicario. Pipolo, mercoledì, dopo un passaggio dalla Polizia, dove si è consegnato, ha chiesto di essere accompagnato in procura dove, davanti agli inquirenti, ha vuotato sul sacco e anche affermato di voler avviare un percorso di collaborazione con la Giustizia.
Quella stessa sera la Dda ha emesso nei suoi confronti un provvedimento di fermo contestandogli io reati di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco e di duplice omicidio.
In questi giorni i suoi familiari sono stati accompagnati in località lontane dal quartiere di Ponticelli dove il pericolo di ritorsioni era concreto.
Pipolo, come Esposito, l’obiettivo designato dell’agguato di mercoledì mattina, è legato ai De Micco-De Martino: l’omicidio di Esposito fa ritenere sussistente, a questo punto, che l’alleanza tra le due famiglie, una volta unite negli affari criminali e nella contrapposizione armata contro il clan rivale dei De Luca Bossa Minichini, sia ormai terminata.