ROMA (nl) – Ci sarà anche un “pezzo” di Cicciano nel nuovo edificio multifunzionale e un sistema di verde pubblico nell’area del Maxxi. E’ il progetto guidato dallo studio italo francese Lan il primo classificato per il concorso internazionale di idee per per il museo nazionale delle arti del XXI secolo con sede a Roma. Lo ha deciso la commissione giudicatrice composta da Giovanna Melandri (presidente), Petra Blaisse, Maria Claudia Clemente, Mario Cucinella, Lorenzo Mariotti; membri supplenti Pippo Ciorra, Simone Gobbo, che ha dovuto valutare un totale di 103 progetti, molti dei quali arrivati da studi internazionali.
Fondato nel 2002 in Francia da Benoit Jallon e Umberto Napolitano, lo studio Lan (Local Architecture Network) capogruppo nel progetto vincitore parte da un’idea dell’architettura come terreno di incrocio di molteplici discipline, un’idea, spiegano i soci fondatori, che è diventata poi un metodo di lavoro e che ha permesso allo studio di confrontarsi con incarichi di ogni tipo, dai teatri alle residenze, studentati, archivi. In vent’anni di attività il duo italo francese ha costruito molto, soprattutto in Francia, ma non solo. All’attività progettuale affianca una consistente produzione teorica e l’impegno in mostre ed esposizioni. Nel 2016 erano alla Biennale di Venezia. Il ciccianese Napolitano, classe 1975, insegna attualmente alla AA (Architecture Association) School of Architecture a Londra. Nel 2018 i due soci sono stati nominati entrambi Chevalier de l’orde des Arts et de Lettres. Una vera eccellenza mondiale.
I lavori dovrebbero partire nel 2023, con l’idea di finire entro il 2026. I nuovi spazi saranno funzionali: l’edificio che nascerà ex novo ospiterà un polo di ricerca per arte e architettura e un centro di eccellenza per il restauro dell’arte contemporanea, oltre ad aule per la formazione specialistica e depositi.
Secondo l’idea dei promotori, il tetto dovrebbe accogliere un giardino, mentre i sotterranei dovranno ospitare un garage su due livelli. La fascia di verde attrezzato, invece, è stata chiesta ai progettisti per funzionare come una quinta per collegare tutti gli spazi all’aperto del museo. Ma avrà anche la funzione di una galleria d’arte a cielo aperto.
Tra i primi cinque classificati ci sono poi Gino Baldi (Italia), Olav Resell (Norvegia), Arquivio Architects (Spagna) e Galar-Velaz-Gil (Spagna). I 5 progetti verranno presentati alla stampa il 14 giugno. “Siamo davvero molto soddisfatti per la quantità e la qualità delle proposte progettuali che ci sono arrivate in questi mesi – dice all’Ansa Margherita Guccione coordinatrice del progetto Grande Maxxi – E felici anche per la scelta fatta dalla commissione per la qualità architettonica, la capacità di dialogo con il contesto e la fattibilità del progetto” Messo a punto “in casa” dalla squadra operativa del museo nei due anni della pandemia, il progetto del Grande Maxxi, come l’ha definito presentando alla stampa nel febbraio di quest’anno la presidente Giovanna Melandri, parte dalla cessione di una serie di aree di proprietà del ministero della Difesa che si trovano proprio a fianco dell’edificio progettato da Zaha Hadid.