sabato, Novembre 23, 2024
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Legambiente, Campania maglia nera per mare illegale

Abusivismo edilizio, deficit di depurazione e inquinamento, assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità. Dagli illeciti penali a quelli amministrativi, quest’anno, per la prima volta, Legambiente presenta un quadro completo delle violazioni alle leggi che tutelano mari e coste: con 7.970 reati contestati nel 2021 alla media di 17 ogni chilometro di costa, quasi 21 illeciti al giorno, 3.180 sanzioni, 3.630 persone arrestate o denunciate e 1.627 sequestri, la Campania si conferma a livello nazionale alla guida delle aggressioni all’ecosistema marino.

Il fattore di pressione di gran lunga prevalente rimane quello del ciclo illegale del cemento, dalle villette abusive all’occupazione illegale delle spiagge, che da solo rappresenta il 50% del totale degli illeciti accertati, seguito dall’illegalità connessa ai fenomeni d’inquinamento e alla gestione dei rifiuti (31%) e dalla pesca di frodo (19%). Numeri da brivido per il mare della Campania nel Rapporto Mare Monstrum di Legambiente, su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto, con le nostre coste colpite dagli scarichi inquinanti delle tante località  che ancora non hanno una depurazione efficiente, dal cemento illegale che non viene demolito.

Legambiente è in grado di presentare per la prima volta un quadro completo delle violazioni alle leggi che tutelano mari e coste del nostro Paese, dagli illeciti penali a quelli amministrativi. I primi sono sicuramente più gravi, compresi i delitti di inquinamento e disastro ambientale, introdotti nel Codice penale a partire dal 2015.

La classifica relativa ai soli reati penali conferma la Campania al primo posto, con 3.395 illeciti, seguita dalla Puglia, dalla Sicilia e dalla Calabria. “Come ogni anno attraverso “Mare Monstrum”- spiega Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania vogliamo accendere i riflettori sui principali fattori di pressione illegale sull’ecosistema marino del nostro Paese: dall’abusivismo edilizio al deficit di depurazione, sia quantitativo che qualitativo; dagli sversamenti in mare di liquami inquinanti d’ogni tipo all’incubo, perché di questo si tratta, della pesca illegale. Vale la pena ricordare come solo grazie all’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale nel 2015 sia stato possibile sviluppare inchieste adeguate alla gravità  dei reati e come, ancora, anche i delitti contro la fauna attendano di esservi inseriti”.

Come aggiunge Ferro “solo rafforzando gli interventi normativi, a cominciare da quelli contro l’abusivismo, affidando ai prefetti le demolizioni quando i Comuni non le eseguono, contro la pesca illegale e, parallelamente, potenziando le attività  di controllo si può fronteggiare l’assalto degli ecocriminali e dei predoni del mare. Ma, a fronte di chi puntualmente saccheggia, deturpa, inquina il nostro patrimonio marino e costiero, ci sono anche le storie di chi s’impegna a tutelarne le straordinarie risorse e a valorizzarne le potenzialità  per affrontare sfide che ci riguardano tutti come quella climatica, ad esempio attraverso la produzione di energia pulita, possibile anche con un eolico off-shore ben progettato e realizzato”.

Per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento la Campania si conferma la prima regione d’Italia, con il 14,2% del totale degli illeciti pari 3.921 illeciti amministrativi e penali con 1.417persone denunciate e arrestate, 1.194 sanzioni e 328 sequestri penali e amministrativi.

L’inquinamento marino continua a “stritolare” il nostro mare. Ancora stretto nella morsa di diffusi scarichi illegali di liquami e in genere di rifiuti, colpa soprattutto dell’assenza di depuratori oppure – quando esistenti – mal funzionanti, e di una selva di illeciti che finiscono per trovare fine solo in fondo al mare. Tra illeciti penali e amministrativi accertati nel 2021 da forze dell’ordine e Capitanerie di porto la Campania si conferma maglia nera raggiungendo la ragguardevole cifra di 2.502 violazioni, 1758 persone denunciate e arrestate e 1026 sequestri.

Per quanto riguarda la pesca illegale la Campania con 1488 infrazioni penali e amministrativi , 432 persone denunciate e arrestate si piazza al terzo posto nazionale superata da Sicilia e Puglia. Circa 15.998 chilogrammi complessivi di “pesce” sono stati sequestrati in Campania nel 2021, di cui quasi 13mila chilogrammi di “pesce, caviale, salmone, pesce spada, tonno rosso e oloturie” “Mare Monstrum” racconta anche i risultati di inchieste importanti. In Italia solo grazie all’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale, tra cui quello di disastro ambientale, è stato possibile sviluppare finalmente inchieste adeguate rispetto alla gravità  dei reati commessi contro l’ambiente marino e alle loro conseguenze. Una vasta operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata contro un’associazione a delinquere specializzata nella cattura, illegale e devastante, del cosiddetto “dattero di mare”, con 21 persone coinvolte tra Campania, Puglia, Liguria e Lombardia.

Nell’inchiesta sono finite, con altre imputazioni, 82 persone, tra titolari di ristoranti e singoli acquirenti attratti dal “gusto del proibito”. Mentre una nuova indagine si apre, per quella messa a segno nel 2020 contro due bande organizzate di predatori di datteri di mare tra Napoli e Castellammare di Stabia, attive anche a Capri, Vico Equense e Punta Campanella, arrivano le prime condanne. Le ha emesse nel marzo del 2022 il Giudice dell’udienza preliminare nei confronti degli imputati che avevano chiesto il rito abbreviato: per quello che è considerato il capo dell’organizzazione, la condanna è stata di 6 anni, due mesi e 20 giorni di reclusione, dopo un processo che ha visto Legambiente costituita tra le parti civili.

 

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