I protagonisti di Gomorra (Ciro Di Marzio e Pietro Savastano) più noti di Giancarlo Siani, i boss di camorra Raffaele Cutolo e Paolo Di Lauro più famosi rispettivamente di don Peppe Diana e Annalisa Durante. Sono i dati che emergono dal questionario promosso in trentuno scuole di Napoli e provincia dal consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Borrelli, in collaborazione con il quotidiano Il Mattino e Radio Marte. Coordinatrice del progetto – presentato oggi nell’aula del Consiglio regionale – la professoressa Ines Barone, docente al liceo Cantone di Pomigliano d’Arco.
Ad essere intervistati, in forma anonima e su base volontaria, oltre diecimila studenti. Quindici i quesiti. Il risultato è un quadro in chiaroscuro dove da un lato emerge una larga percentuale di studenti che riconosce il valore delle regole per un corretto vivere sociale, dall’altro alcune risposte che sembrano strizzare l’occhio alla malavita e ai suoi “valori”.
In particolare lascia perplessi sapere che un ragazzo su tre ritiene che un boss abbia delle qualità e sia persona degna di rispetto (percentuale che sale al 40% nelle scuole di Castellammare). Oppure apprendere che il 34,6% degli intervistati non ritenga l’omertà qualcosa da condannare e il 36,6% alla stessa domanda abbia risposto ‘non saprei’.
Dal questionario emerge anche una richiesta di aiuto, cioé il desiderio dei ragazzi che si parli di più di mafia nelle scuole (il 52% ritiene che se ne parli poco e il 41% si dice poco informato sul problema). Scarsa anche la conoscenza di vittime innocenti di camorra come Gelsomina Verde (4%) o Maurizio Estate (8%) o dei preti anticamorra don Maurizio Patriciello (9,8%) e don Luigi Merola (28,4%).
“Dati che fanno riflettere – sottolinea Borrelli -. La camorra dal punto di vista culturale e sociale sta prendendo il sopravvento. Culturalmente vengono conosciuti o addirittura stimati più gli esponenti mediatici, o peggio ancora i criminali reali, rispetto agli eroi del passato e del presente. I ragazzi ci guardano e se ci comportiamo male a partire dai social, uno su tutti Tik Tok,è evidente che la deriva sarà inarrestabile”.
Dubbi sulla reale comprensione delle domande sono stati avanzati dall’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini: “Bisognerebbe leggere bene come sono formulate, secondo me alcune possono trarre in inganno lo studente. Per esempio quella sull’omertà i ragazzi dubito che l’abbiano effettivamente compresa. Resta l’invito a provare a coinvolgere di più i nostri studenti rispetto a certi temi e lavorare rispetto alla conoscenza di alcune persone che per noi sono eroi”.