Tutti conoscono il codice a barre, in pochi sanno però quale sia la storia di questo particolare elemento grafico presente su tutti i prodotti che quotidianamente si vedono sugli scaffali dei supermercati e sui prodotti acquistati online.
La sua presenza passa quasi inosservata, il suo funzionamento e la sua utilità non sono molto conosciuti: il codice a barre ha in realtà un’importanza fondamentale per la commercializzazione e l’identificazione di qualsiasi prodotto e si rivela irrinunciabile per l’universo della compravendita.
Cos’è il codice a barre
Il codice a barre, per definizione, è rappresentato da una sequenza grafica di elementi, che viene applicata a confezioni, prodotti o singoli componenti. Tutti i codici a barre contengono una serie di dati essenziali che da un lato vengono utilizzati con finalità informative e di marketing, dall’altro sono necessari a tracciare un prodotto specifico durante tutto il suo ciclo vitale.
Questi particolari segni grafici dicono poco o nulla se osservati a occhio nudo, ma permettono di trasferire dati e informazioni a particolari lettori o scanner destinati a questo specifico utilizzo, in grado di trasferire poi tutte le informazioni raccolte verso database appositamente sviluppati, che procedono alla loro elaborazione e al loro trattamento.
La storia del codice a barre
Il funzionamento dei codici a barre è stato pensato e sviluppato inizialmente da due studenti di ingegneria dell’università di Drexel, a Philadelphia. Nel 1948 un’azienda che operava nel settore alimentare sentì l’esigenza di automatizzare in qualche modo tutte le operazioni di cassa che venivano effettuate.
Da quel momento, sono state diverse le strategie e i metodi utilizzati per creare quello che oggi è la versione moderna del codice a barre. Inizialmente i tentativi erano piuttosto rudimentali e coinvolgevano l’utilizzo di particolari segni grafici, di forme differenti rispetto alle attuali: gli strumenti utilizzati per la loro lettura risultavano essere però poco pratici e concretamente scomodi per un utilizzo quotidiano.
Uno degli stadi evolutivi fondamentali nell’applicazione dei codici a barre sui prodotti è stato quello che ha introdotto la tecnologia laser per la lettura dei codici stessi. Lo sviluppo di questa tecnologia è stato portato avanti inizialmente sul territorio americano, per poi diffondersi anche in Europa e nel resto del mondo. Generando un’inevitabile svolta.
Quante tipologie di codici a barre esistono?
Al giorno d’oggi esistono sostanzialmente due tipologie di codici a barre, quelli lineari e quelli bidimensionali.
Codici a barre lineari
I codici a barre lineari sono composti da barre verticali dall’ampiezza variabile, intervallati da spazi bianchi: gli elementi che li compongono sono diversi, e tra di essi c’è anche un codice di controllo, che permette al lettore di codice di verificare la corretta integrità dei dati e, di conseguenza, la perfetta lettura degli stessi.
Mentre lo spazio è l’elemento che intercorre tra una barra e l’altra, il modulo è sostanzialmente rappresentato dalla larghezza dell’elemento, sia esso una barra lineare o uno spazio, considerabile come una misura base, di cui tutti gli altri spessori sono dei multipli.
Codici a barre bidimensionali
Un’altra importante categoria di codici a barre, sempre più utilizzata oggigiorno, è quella dei codici a barre bidimensionali. Questi non sono altro che elementi grafici a due dimensioni che possono essere letti da apparecchiature fotografiche. È piuttosto frequente ad esempio la lettura dei cosiddetti QR codes, che possono essere letti e interpretati anche da un semplice smartphone.
Sia per quanto riguarda i codici a barre lineari che per i codici a due dimensioni sono stati sviluppati negli anni diverse versioni, ognuna brevettata dalla società che li ha sviluppati. L’utilizzo dei codici a barre è ormai largamente diffuso e risulta essere sempre più fondamentale per la raccolta dei dati e per il commercio di prodotti in tutto il mondo.
Si tratta insomma di uno strumento fondamentale che svolge un ruolo decisamente chiave nel ciclo di vita dei prodotti che siamo abituati a vedere, scegliere, spedire o acquistare.