Domenica prossima, 28 marzo, torna l’ora legale. Dovremo spostare un’ora in avanti le lancette dell’orologio con l’obiettivo di avere giornate più lunghe e non solo. Il 2021 potrebbe essere l’ultimo anno del passaggio. Nel 2018 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione, con la quale si invitava i Paesi Ue a decidere entro quest’anno se mantenere o meno il consueto cambio orario: è agli Stati membri dell’Unione che spetta infatti il diritto di decidere il proprio fuso orario. In Italia l’ora legale è in vigore dal 1966. In precedenza era stata usata per la prima volta nel 1916. Dopo essere stata abolita e riconfermata diverse volte, è stata definitivamente adottata dal nostro Paese con una legge del 1965, in un periodo in cui il fabbisogno energetico aumentava di continuo.
IL RISPARMIO – Per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un’ora in avanti, nei prossimi 7 mesi in Italia avremo positivi impatti per il sistema energetico dal punto di vista elettrico, ambientale ed economico secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale. Nel 2020 i benefici dell’ora legale hanno determinato un risparmio pari a 400 milioni di kWh (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 150 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 205 mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 66 milioni di euro. Lo scorso anno, i valori sono stati fortemente influenzati dalla complessiva riduzione dei consumi energetici dovuta alla chiusura delle attività per effetto dell’emergenza sanitaria da covid-19. Per il 2021, pur permanendo una situazione di incertezza legata alla pandemia, secondo i dati attualmente disponibili Terna si attende un parziale recupero del fabbisogno energetico e quindi valori di benefici elettrici, ambientali ed economici più simili a quelli degli anni precedenti. Dal 2004 al 2020 Terna ha rilevato che il minor consumo di elettricità per l’Italia dovuto all’ora legale è stato di circa 10 miliardi di kilowattora e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di 1 miliardo e 720 milioni di euro. Nel periodo primavera-estate i mesi che segnano il maggior risparmio energetico sono aprile e ottobre. Spostando in avanti le lancette di un’ora si ritarda l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi l’effetto ‘ritardo’ nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate e fa registrare valori meno evidenti in termini di risparmio elettrico.