Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha rafforzato anche in questo fine settimana il dispositivo dei controlli volti a verificare il rispetto delle misure di contenimento della diffusione del Covid – 19, nonché al contrasto degli illeciti in genere. In totale, tra venerdì e domenica scorsi, sono state controllate in tutta la Provincia 1011 persone e 148 attività commerciali, 36 le sanzioni complessive applicate non solo a dichiarati “irriducibili negazionisti” trovati in strada senza mascherina, ma anche a contrabbandieri di sigarette e ad una sala giochi.
A NAPOLI – Ne capoluogo partenopeo il 2° nucleo operativo Metropolitano, nel Rione San Tommaso, ha sequestrato presso un circolo privato 260 euro in contanti e 6 apparecchi da gioco non collegati alla rete dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Denunciato il gestore del circolo e proposta al prefetto la chiusura del locale per 5 giorni. Lo stesso reparto ha sequestrato nel quartiere Gianturco, presso un esercizio commerciale gestito da cittadini di nazionalità cinese, anche 7.800 tra scarpe ortopediche e antinfortunistiche prive del marchio Ce.
IN PROVINCIA – Il Gruppo di Frattamaggiore ha sequestrato 10 chilogrammi di sigarette di contrabbando sanzionando un 32enne di Frattaminore anche per violazioni anticovid, trovandosi in strada senza giustificato motivo. Anche la compagnia Casalnuovo, nel corso di una perquisizione, ha sequestrato a Giugliano in Campania, oltre 2 chili di sigarette di contrabbando importate dall’Est Europa, marchi Merit e Winston contraffatti, denunciando un cittadino di origini nord africane. La compagnia di Pozzuoli, nel corso di diversi interventi, ha sanzionato, tra la stessa cittadina e Quarto, il titolare di un bar, un dipendente e un cliente senza mascherina, 5 persone sorprese in strada senza dispositivi di protezione individuale, 2 all’interno di una pizzeria e di un negozio. La compagnia di Ottaviano ha sanzionato, tra Palma Campania e Terzigno, tre attività commerciali, una delle quali gestita da cittadini cinesi, che non esponevano all’ingresso del locale il cartello che regola il numero massimo di persone ammesse e che dispone l’obbligo di utilizzo della mascherina, nonchè un cittadino del bangladesh che vendeva al pubblico prodotti di ortofrutta senza guanti e mascherina di protezione.