CASAMARCIANO (Nello Lauro – Il Mattino) – AAA cercasi medico disperatamente. Ai tempi del post coronavirus Casamarciano deve affrontare un problema di non poco conto. Giovanni Cavaccini, ex sindaco e storico medico di famiglia del piccolo centro nolano, è andato in pensione lo scorso 30 giugno ed oltre 1500 pazienti sono rimasti senza assistenza sanitaria. A denunciare il gravissimo disservizio è il primo cittadino Andrea Manzi che ha inviato un’altra nota all’Asl Na3 Sud in cui precisa che “il problema è stato più volte sollecitato, ma non ha trovato riscontro concreto”. “Si è creata una situazione davvero paradossale – aggiunge Manzi – il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, ci viene regolarmente negato”. Nonostante i solleciti da parte del sindaco non si è provveduto alla nomina del sostituto creando non poche difficoltà ai pazienti, di cui circa 800 sono anziani e con problemi anche a spostarsi. In paese, poi, c’è un altro medico che però potrebbe assorbire solo un terzo dei pazienti, ma anche lui andrà in pensione tra circa un anno e il comune più vicino, Nola, ha quasi tutti i dottori che hanno raggiunto il numero massimo di assistiti. Un vero rompicapo. “Avevo già sottoposto all’Asl molto tempo fa questo quadro – dice Cavaccini che è stato medico di base per 41 anni – ma nulla è cambiato. Ora la situazione è anche più complicata visto che in molti sono anziani, siamo in piena estate e con la situazione covid-19 non ancora definita. Dal punto di vista umano sarò sempre vicino a ciascuno di loro, ma non posso andare oltre” afferma Cavaccini che ha anche scritto alla Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale): “Considerare i pazienti solo dei numeri che devono riempire i massimali di colleghi non credo sia il modo migliore per tutelare i medici di base. Mi rendo conto che manca una cognizione precisa della platea degli assistiti e del territorio”. Gli utenti sono disorientati: “Che schifo, Casamarciano è un paese con tanti anziani, molti non hanno persone che badano a loro e non hanno un mezzo per potersi spostare” dice un paziente. “Non ho ancora fatto la scelta del medico, sto aspettando uno che si prenda cura di noi nel nostro paese, che impari come siamo e chi siamo. Chiediamo un dottore, nient’altro” afferma una donna. “È necessario avere un ambulatorio in paese che assicuri presenza e continuità – rilancia il sindaco Manzi – invece, ad oggi, la scelta a cui sono chiamati i cittadini è spalmata sull’intero distretto sanitario con tutte le enormi difficoltà per i degenti, a cominciare dagli spostamenti. È impensabile che un anziano, per giunta ammalato, sia costretto a recarsi in un comune limitrofo senza avere la possibilità di scegliere l’eventuale sostituto in loco. La rabbia nasce anche nei confronti della categoria dei medici che, venendo meno al giuramento di Ippocrate, non danno la disponibilità per l’ambulatorio se non sicuri di un numero minimo di pazienti. Tutto ciò è davvero assurdo – conclude Manzi – Aspetto tre giorni, poi mi rivolgerò alla Procura della Repubblica”.