A Napoli è già emergenza smog: secondo i dati Arpac elaborati da Legambiente dall’inizio dell’anno al 2 febbraio solo nella centralina di Via Argine si registrano ben 25 giorni di superamenti dei limiti giornalieri previsti per le polveri sottili (Pm10), lo scorso anno nello stesso periodo di riferimento erano stati solo 6. Non migliore la situazione della centralina presso Ospedale Santobono dove gli sforamenti sono stati 16 (lo scorso anno nessun sforamento). Napoli sotto una cappa di polveri sottili, vicina al codice rosso con la quota fuorilegge dei 35 giorni di sforamenti prossima alla meta. Hanno fatto peggio di Napoli solo San Vitaliano con 28 sforamenti Acerra e Volla con 26 giorni. L’emergenza smog che si è manifestata in questo inizio di anno non è sicuramente un’eccezione, a evidenziarlo sono i dati dell’Arpac elaborati da Legambiente che vede nel decennio 2010-2019 Napoli già recidiva in testa alla classifica per i superamenti di Pm 10: 10 volte su 10 ha superato ogni anno i limiti giornalieri di PM10. Sicuramente sugli sforamenti incidono anche le condizioni atmosferiche anomale del mese di gennaio 2020 rispetto al 2019: secondo i dati di Meteo.it a fronte di una temperatura media di 9,2 gradi del gennaio di quest’anno con soli 5 giorni di pioggia, nel mese di gennaio 2019 si è registrata una temperature media di 7 gradi con 17 giorni di pioggia. “Una dimostrazione chiara- commenta Legambiente- che aggredire l’inquinamento atmosferico mettendo in campo politiche e azioni efficaci significa affrontare in maniera concreta il tema della sfida climatica”. “Dopo solo un mese dall’inizio del nuovo anno – dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – già registriamo codice rosso a Napoli e in alcune città della provincia sul fronte dello smog. Chiaro che continua a pesare enormemente la mancanza di una efficace strategia antismog e il fatto che in questi anni l’emergenza inquinamento atmosferico è stata affrontata in maniera disomogenea ed estemporanea. È urgente mettere in campo politiche e azioni efficaci ed integrate che riguardino tutte le fonti inquinanti, programmando interventi sia sulla mobilità urbana sempre più pubblica, condivisa, a zero emissioni e multi-modale, che sul riscaldamento domestico, la produzione di elettricità e quella industriale e l’agricoltura. In particolare a livello locale è fondamentale incentivare davvero la mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico locale, urbano e pendolare, vera spada di Damocle delle nostre città dove i continui tagli, ritardi, guasti e disservizi si traducono nel quotidiano nel disastro della Circumvesuviana e dei continui problemi alle linee 1 e 2 della metropolitana. Meno efficienza e efficacia del trasporto pubblico- conclude Imparato di Legambiente- significa inevitabilmente più auto private per strada e più smog per i polmoni dei cittadini”.