CICCIANO (nl) – Con le strisce blu tornano anche le polemiche. Il servizio della sosta a pagamento già provato dall’amministrazione comunale nel biennio 2014-2015 non piace agli esponenti dell’opposizione e alla Lega.
NUNZIA COPPOLA – Per il consigliere comunale del M5S Nunzia Coppola: “Il bene del paese e il sostegno alle attività commerciali locali non sembrano rientrare tra le esigenze dell’attuale giunta comunale. Chi verrà a pagare il parcheggio nelle nostre zone per fare acquisti a Cicciano? Soprattutto per effetto dell’esorbitante costo di un euro l’ora. Costo che fa presupporre un fiorente e invitante commercio che in realtà non esiste. Si equipara il costo del parcheggio di Cicciano a quello di Nola ma in un paese che non offre più servizi, non ci sono uffici, non c’è richiamo di persone per attività attrattive. Il disco orario e un controllo del territorio, a campione, da parte del personale dei vigili già in servizio sarebbe bastato a non aggiungere altri costi con assunzione di persone che produrranno un sicuro costi del servizio maggiore dei ricavi, come è stato confermato dalla precedente esperienza”.
GIUSEPPE CACCAVALE – Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex sindaco e attuale capogruppo di un “Impegno per la nostra Cicciano” Giuseppe Caccavale: “Abbiamo già avuto un’esperienza negativa in passato. Aspettiamo ancora le telecamere di videosroveglianza che dovevano essere installate con i ricavi della prima gestione del servizio. Noi avremo preferito una soluzione diversa e condivisa e non quella presa nel chiuso di un circolo. Questo è l’ennesimo colpo dato ai commercianti e ai cittadini”.
LA LEGA – Duro anche Umberto De Luca, referente locale della Lega: “Sarebbe bastato il disco orario e per sopperire alla carenza di personale si possono attivare “lavori di pubblica utilità” previsti nei Comuni per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza. Nel 2015 il servizio a pagamento fu fallimentare e quindi sospeso: ora non si capisce perché ostinatamente si preferisce una soluzione illogica. Riteniamo che le strisce blu, se non accompagnate da politiche di sviluppo per il rilancio delle attività commerciali, siano “usura” per il cittadino, un nuovo modo, senza capo né coda, di fare ‘cassa’ sulla pelle dei cittadini, già ‘spremuti’ e dissanguati da tasse e imposte comunali”.