Centottantaquattro pagine. Un titolo (Tso) che è tutto un programma. E’ nelle librerie, e ordinabile anche su Amazon (e le altre librerie online), il terzo lavoro letterario di Roberto Addeo, 37enne scrittore nolano che vive a Porto Torres in Sardegna. Un romanzo grottesco, crudo e onirico liberamente ispirato alla vicenda di Aid Abdellah, un clochard ucciso a Palermo nel 2018.
Nella quarta di copertina il Tso viene definito “una procedura di isolamento forzato necessaria per tutelare la sicurezza pubblica dagli sbandati. I piantagrane cui è rivolta sono figli di padri padroni che tanti anni fa si sono innamorati di una stronza, e così sono finiti a lavorare in un negozio di musica neomelodica; perciò quando la sera piove e camminano sui marciapiedi, le auto, invece di rallentare, spingono sull’acceleratore in prossimità delle pozzanghere. Se vogliono combinare qualcosa nella vita possono sfasciarsi di alcol o farsi sparare dalla camorra. Altrimenti c’è il tso: buttati fuori da casa loro, stretti all’angolo, la notte si riparano dal freddo avvolgendosi nelle pagine del romanzo che stanno scrivendo, sperando che nessuno gli dia fuoco prima che sia finito”. Un racconto intriso di solitudine, delusione e violenza con il protagonista narratore perseguitato da un’immane sfortuna. Non si abbatte però, per riappropriarsi di piacevoli momenti di riscatto come infinite esperienze lavorative, e relazioni amorose occasionali, il più delle volte non corrisposte. Di origini francesi, ma italiano, il protagonista si sposta da Castel Tiziano, un piccolo sobborgo immaginario, alla città di Bologna per poi finire a vagabondare per Palermo. Una storia che si fa leggere fino alla fine dove c’è un epilogo surreale tutto da scoprire. “La vita era per lui un ostacolo naturale alla sua felicità: un’esistenza costernata e uggiosa, tanto scorata che dovette accettare di non essere felice per poter sopravvivere”. (nello lauro)