Acqua di sorgente a 17 euro a bottiglia in Austria. Non per i poveri bevitori: “Evienne” vende mezzo litro di “acqua di lusso” nella bottiglia di vetro da 0,5 litri a 16,99 euro: polemiche in rete. Alcuni utenti hanno postato le foto con il prezzo della bottiglia scatenando indignazione.
Quell’acqua che dovrebbe essere un diritto e un bene comune, non lo è più. Questo purtroppo è ormai chiaro. Per capirlo basta andare su internet. In questi giorni è polemica sui social network per il prezzo di 17 euro, ritenuto eccessivo da alcuni utenti, delle bottiglie d’acqua “Evienne”. A scatenare la querelle, sono state alcune foto, postate in Rete, in cui viene messo in evidenza il costo di una singola bottiglia da mezzo litro: 16,99 euro sul sito ufficiale dell’azienda. Un prezzo sulla base di una strategia di marketing opinabile, ma legittima e che non danneggia nessuno, visto che il consumatore continua ad avere la facoltà di scegliere se abboccare e comprare o bere l’acqua del rubinetto o di marche concorrenti a prezzi ben inferiori. Ma ciò che di certo indigna è il titolo della sua pubblicità: “Non per i poveri bevitori”. La stessa azienda la descrive nella presentazione “Non per i poveri bevitori”. Giusto in tempo per il World Water Day del 22 marzo, insomma, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che al di là delle scelte di marketing della società che ha deciso di lanciare questo prodotto, ritiene immorale vendere l’acqua a simili prezzi. Risulta che Evienne con la sua pubblicità comunichi qualità particolari per il suo prodotto, che dovrebbero essere rivolte ad un gruppo ristretto di persone che vorrebbe distinguersi dalla “massa” sulla base di caratteristiche socio-economiche o puramente legate ad altro tipo di preferenze. Allo stesso tempo però sussiste un concreto rischio per un’iniziativa di tal fatta a livello di consumi globali. Tale lancio potrebbe essere capace di per sé di provocare un’alterazione dei prezzi di listino della concorrenza. In sostanza, le altre marche presenti sul mercato europeo potrebbero iniziare ad aumentare il prezzo per le loro bottiglie. Al di là delle strategie di marketing però, pare che un principio ormai sia entrato di diritto nelle nostre economie globalizzate: c’è chi pensa, e sono purtroppo in tanti, che l’acqua, bene comune per eccellenza, possa essere fonte di profitti, lauti profitti.