CICCIANO – Il Comune di Cicciano ha violato il patto di stabilità 2015. Lo mette nero su bianco la Corte dei Conti, sezione regionale per il controllo contabile. Lo sforamento è di 141mila euro e comporterà, in base a quanto previsto dal testo unico degli enti locali, una serie di provvedimenti che limiteranno nel 2019 l’azione dell’amministrazione: tra questi, l’impossibilità di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto. Mannaia anche sui gettoni di presenza e le indennità (riduzione del 30%) e forti limitazioni su mutui ed investimenti. Queste le conseguenze più pesanti della delibera della Corte dei Conti emessa lo scorso 5 dicembre ed arrivata al termine di un lungo iter. I controlli sono iniziati nel 2017 e si sono conclusi con una serie di richieste cui a sua volta ha risposto il Comune lo scorso 6 giugno. Quel provvedimento però, che prevedeva una serie di misure correttive che dovevano rispondere alle richieste della magistratura contabile, è stato bocciato in più punti. Le misure correttive sono ritenute non adeguate perché non idonee a ristabilire gli equilibri di bilancio. La Corte dei Conti ha effettuato il controllo nel 2017, all’epoca dell’amministrazione Arvonio, producendo al termine dell’attività la delibera numero 1 del 21 dicembre 2017 nella quale si rilevavano le “gravi criticità contabili” nella gestione del Comune ciccianese, sottolineando in particolare la “confusione ed incertezza” nella contabilizzazione della posta di bilancio dell’ente (in ’articolare i fondi vincolati), “l’estremo disordine contabile- amministrativo” che “compromette la veridicità del bilancio”, le “gravi criticità” di cassa, la “n on corretta evidenziazione dei debiti fuori bilancio” e la “non congrua evidenziazione delle passività”. Un quadro a tinte fosche recepito dall’amministrazione e dagli uffici competenti che hanno prodotto, in risposta alle osservazioni mosse, una deliberazione con cui, lo scorso 6 giugno, preso atto delle richieste si approntavano delle misure correttive. Misure bocciate dai togati che hanno motivato la nuova reprimenda con una serie di puntualizzazioni. L’ente ha prima di tutto sottostimato il fondo crediti di dubbia esigibilità e dovrà integrarlo di oltre 43mila euro per consentire i riequilibri di bilancio; non è stata risolta una delle principali problematiche, ovvero la bassa capacità di riscossione nonostante l’ente abbia assicurato la volontà di esternalizzare il servizio di riscossione coattiva delle en trate tributarie ed extratributarie. Una situazione critica nonostante il comune abbia notificato oltre 3mila tra avvisi di accertamento e solleciti di pagamento. In particolare in attesa dell’espletamento dell’attività di esternalizzazione, l’Ufficio tributi ha notificato circa 800 avvisi di accertamento Tari 2013 per un ammontare di circa 300.000 euro, nonché, predisposto i solleciti Tari 2014 da recapitare ai contribuenti, notificato 1.148 avvisi di accertamento 2013 per un importo totale pari a euro 437.979,18 e il servizio Tari ha provveduto a emettere e notificare ai contribuenti 1640 solleciti 2014 per un importo totale pari a euro 491.979,18. La sezione ha rilevato che “nonostante l’effetto profuso dall’Amministrazione dell’Ente, mancano dati di riscontro circa il miglioramento della capacità di riscossione, permane, pertanto, la criticità contestata, non risultando essere stata assunta, allo stato degli atti, efficace misura correttiva”. Bocciati anche il piano di riduzione della spesa, la capacità di programmazione di cassa, inoltre la Corte dei Conti ha ritenuto non verificato il pagamento dei debiti derivanti da anticipazioni di cassa, nonostante le assicurazioni della Ragioneria. Tra gli appunti mossi, infine, , “il mancato tempestivo riconoscimento di una massa di debiti risalenti agli anni 2015 pari a circa 436.000 euro e a circa 62.000 euro per l’esercizio 2016 incideva inevitabilmente in termini di veridicità e significatività di bilancio, con possibile elusione del patto di stabilità”. Dalla documentazione acquisita, considerando l’elenco dei debiti fuori bilancio emersi (in particolare le sentenze esecutive) e la data di loro notifica al Comune di Cicciano, è risultato che il Comune di Cicciano, non rispettando la procedura di riconoscimento dei debiti ex art. 194 del Tuel secondo la tempistica corretta (ovvero in base all’anno di notifica delle sentenze dall’autorità giudiziaria al Comune), ma rinviando nel tempo l’attività di riconoscimento, ha alterato gli equilibri di competenza con disconoscimento di una rilevante posta contabile di segno negativo e con conseguente incidenza, in termini di inattendibilità, sul risultato di amministrazione degli esercizi in esame (anno 2015 e 2016) ed infine con riguardo all’esercizio 2015 lo sforamento del saldo obiettivo del patto di stabilità per il 2015. Una mancanza che peserà sul futuro immediato del Comune.