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Maturità 2019, dalle prove scritte ai crediti: tutti i cambiamenti

Nuova maturità a partire dall’anno scolastico 2018/2019. Cambiano le prove scritte – due anziché tre – i metodi di valutazione, ma anche il sistema dei crediti che si accumulano via via negli anni. Le nuove regole sono contenute nel decreto legislativo 62 del 2017 e segnano una novità rispetto all’esame come lo abbiamo conosciuto fino ad ora. Ecco i cambiamenti previsti a partire da giugno 2019.

Non saranno requisito di accesso agli esami né la partecipazione, durante l’ultimo anno, alla prova Nazionale INVALSI, né lo svolgimento delle ore di Alternanza Scuola-Lavoro. Come stabilito nel decreto Milleproroghe, bisognerà invece aver frequentato almeno i tre quarti delle ore previste dal piano di studi e avere la sufficienza in tutte le materie, compresa la condotta. Il Consiglio di classe, comunque, potrà decidere di ammettere uno studente che abbia un’insufficienza, motivando la scelta.

Una delle novità principali è quella che riguarda le prove scritte: saranno due e non più tre. A essere eliminata è la “terza prova”, vale a dire il quizzone che univa domande di materie diverse. Il primo test sarà ancora quello di italiano, e il secondo, continuerà a essere incentrato su una o più discipline che caratterizzano i percorsi di studio. Dal 26 novembre, sul sito del ministero dell’Istruzione sono stati messi a disposizione i quadri di riferimento per la predisposizione e lo svolgimento proprio degli scritti. I quadri sono il frutto del lavoro di esperti delle varie discipline che hanno contribuito alla loro stesura. Il ministero, a partire da dicembre, mette a disposizione anche tracce-tipo per accompagnare ragazzi e insegnanti verso il nuovo esame. Per la prima volta vengono poi rese disponibili anche specifiche griglie nazionali di valutazione, che consentiranno alle commissioni di garantire una maggiore equità e più omogeneità nella correzione degli scritti.

La prima prova rimane quella del tema di italiano. I maturandi dovranno dimostrare di “padroneggiare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti” e, per la parte letteraria, di aver raggiunto un’adeguata competenza sull'”evoluzione della civiltà artistica e letteraria italiana dall’Unità ad oggi”. I testi prodotti saranno valutati in base alla loro coerenza, alla ricchezza e alla padronanza lessicali, ma anche all’ampiezza e precisione delle conoscenze e dei riferimenti culturali, alla capacità di esprimere giudizi critici e valutazioni personali. La prova avrà una durata di sei ore. I maturandi dovranno produrre un elaborato scegliendo tra sette tracce riferite a tre tipologie di prove (tipologia A, due tracce – analisi del testo; tipologia B, tre tracce – analisi e produzione di un testo argomentativo; tipologia C, due tracce – riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità ) in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico.

La seconda prova scritta potrà riguardare una o più discipline che hanno rappresentano il cardine degli indirizzi di studio. La scelta delle materie è fissata a gennaio. Ma anche su questo fronte si registrano diversi cambiamenti. Per il liceo classico, ad esempio, la prova sarà articolata in due parti. Ci sarà la storica versione, un testo in prosa corredato da informazioni sintetiche sull’opera, preceduta e seguita da parti tradotte per consentire la contestualizzazione della parte estrapolata. Seguiranno tre domande sulla comprensione e interpretazione del brano e alla sua collocazione storico-culturale. Il ministero, secondo quanto previsto dalla nuova normativa, potrà optare anche per una prova mista, sia con latino che greco. Un altro esempio, per lo scientifico: la struttura della prova prevede la soluzione di un problema a scelta del candidato tra due proposte e la risposta a quattro quesiti tra otto proposte. Anche in questo caso la prova potrà riguardare sia matematica che fisica. Per i tecnici, invece, si prevede una prima parte, che tutti i candidati sono tenuti a svolgere, seguita da una seconda, con una serie di quesiti tra i quali il candidato sceglierà sulla base del numero indicato in calce al testo. Anche qui potranno essere coinvolte più discipline. Per i professionali, invece, la seconda prova si comporrà di una parte definita a livello nazionale e di una seconda parte predisposta dalla Commissione, per tenere conto della specificità dell’offerta formativa.

Per il colloquio orale, cioè per l’ultima prova, la commissione proporrà ai candidati di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi. Nel corso del colloquio, il candidato esporrà, con una breve relazione o un elaborato multimediale, le esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro svolte. Il colloquio accerterà anche le conoscenze e le competenze maturate nell’ambito delle attività di Cittadinanza e Costituzione.

Il punteggio finale sarà ancora in centesimi. Si parte dal credito scolastico che potrà arrivare fino a 40 punti (prima si poteva arrivare a un massimo di 25). Alla commissione spettano poi fino a 60 punti: massimo 20 per ciascuna delle due prove scritte e 20 per il colloquio. Il punteggio minimo per superare l’esame resta fissato in 60 punti. La commissione d’esame può motivatamente integrare il punteggio, fino ad un massimo di 5 punti, se il candidato ha ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti e un risultato complessivo nelle prove di esame di almeno 50 punti.

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