SAN VITALIANO- Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, è arrivato intorno alle 15.30 nell’area di San Vitaliano dove ieri si è sviluppato un incendio di vaste dimensioni in un sito per la gestione delle cosiddette ecoballe di rifiuti. “Ho chiesto al ministro Salvini di considerare i siti di stoccaggio dei rifiuti in Italia come sensibili, cioè siti che possano entrare nel piano coordinato di controllo del territorio, gestito da ogni prefettura con l’ausilio di tutte le forze dell’ordine, per un sovrappiù di controllo preventivo; ciò significa dare un’ulteriore garanzia preventiva al cittadino ma anche all’imprenditore. Il ministro Salvini sarà sicuramente sensibile alla mia proposta” ha detto il ministro, ricordando che negli ultimi due anni vi sono stati circa 300 roghi di siti di stoccaggio di rifiuti in tutta Italia.
“L’ennesimo incendio in un deposito di rifiuti, anche questa volta con l’aggiunta dei dubbi sulle cause, sia una spinta per l’approvazione del decreto sulla Terra dei fuochi di cui si parla da tempo ma che tarda ad arrivare- dice invece il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli- E’ quanto mai necessario che ci sia un decreto specifico per la Campania per combattere gli sversamenti e i roghi nelle campagne, ma anche per combattere questi ‘incendi anomali’ che si verificano con troppa frequenza”.
“Intanto, come ho chiesto anche al vice presidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, che ho incontrato in Consiglio regionale, si faccia di tutto per verificare le conseguenze dell’incendio di San Vitaliano per le popolazioni e per le produzioni agricole dell’area circostante, prima con i controlli sulla qualità dell’aria che sta portando avanti l’Arpac e poi con gli strumenti atti a ridurre a zero i rischi” ha aggiunto Borrelli per il quale “dopo quest’incendio, il decreto non può essere ulteriormente rinviato a meno che non si voglia ammettere che a impedire l’approvazione sia la Lega che ha tutto l’interesse a lasciare le cose così come stanno sia perché molte aziende del Nord usano la Campania come discarica sia perché le produzioni agricole settentrionali hanno avuto un’impennata pari al calo di quelle della Campania per la paura, spesso immotivata, verso i nostri prodotti”.