NOLA- Il ritorno del clan Russo. E’ la novità esplosiva che emerge dalla relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia. Nell’area nolana si stanno registrando, secondo gli inquirenti, tentativi di espansione da parte dei vecchi esponenti del clan Russo che non sono in carcere. Il sodalizio si sta ricomponendo dopo quasi dieci anni senza leader: nel novembre del 2009 polizia e carabinieri arrestarono Salvatore e Pasquale Russo dopo decenni in latitanza. La cattura delle due primule rosse mise in ginocchio gli affari della famiglia, rimasta senza capi e decimata da arresti e sequestri. Ora la Direzione investigativa antimafia certifica il, tentativo di ricomporre l’organizzazione criminale che per decenni ha tenuto sotto scacco il Nolano. Ma la situazione non è omogenea dal punto di vista criminale. In alcuni Comuni, in particolare a San Vitaliano, Scisciano, Cicciano, Roccarainola si è infatti orami radicata la presenza della famiglia Sangermano, propaggine del gruppo Cava di Avellino.
Vecchi clan al comando anche nell’area vesuviana, dove la leadership resta al clan Fabbrocino di San Giuseppe Vesuviano, che incontra la sola rivalità della famiglia Batti stando al report della Dia. A Poggiomarino e Striano si conferma la presenza del sodalizio Giugliano, la cui reggenza è affidata alla moglie del capo clan, attualmente detenuto. A Somma Vesuviana, la gestione delle attività illecite è contesa tra le famiglie D’Avino e Anastasio di S. Anastasia. A Castello di Cisterna e Marigliano si registra la presenza del gruppo Castaldo- Capasso che, a Marigliano, condivide la gestione delle estorsioni con il clan Mazzarella, tanto che le vittime sarebbero costrette a pagare tangenti ad entrambi i gruppi. A Pollena Trocchia e Massa di Somma, emergono segnali di ripresa nella gestione dei traffici illeciti da parte del clan Arlistico- Terracciano. Nelle aree di Castello di Cisterna e Brusciano, le attività criminali ricadono sotto l’egida del gruppo Rega, mentre i territori di Cercola e Pomigliano d’Arco continuano a risentire dell’influenza di alcuni clan del Napoletano.