Il 2018 parte con gli sconti di fine stagione. Tra oggi e sabato scattano in tutta Italia i saldi invernali, appuntamento particolarmente atteso dai consumatori, ma anche dalle imprese, che sperano di rifarsi dopo l’ennesimo anno difficile.
Apre la Basilicata, segue la Valle d’Aosta e poi venerdì gran parte delle regioni avviano le vendite scontate. Quasi un consumatore su due è già pronto a partecipare ai saldi, che quest’anno partono da subito con riduzioni dei prezzi più alte della media. A tracciare il profilo dei prossimi saldi è la Confesercenti, che in un’indagine con Swg, stima una partecipazione particolarmente elevata di negozianti e consumatori. Gli sconti saranno applicati da circa 280 mila attività commerciali (ovvero uno su tre degli oltre 800 mila negozi italiani), inclusa praticamente la totalità dei negozi di moda e di tessili. Inoltre, circa un italiano su due (il 47%) approfitterà dell’occasione per fare almeno un acquisto; un altro 41% valuterà le occasioni di risparmio prima di decidere se acquistare o meno. L’aumento di interesse dei consumatori viene confermato anche dalle intenzioni di spesa: chi ha già deciso di acquistare prevede in media un budget di 150 euro a persona, e l’86% si dice pronto a spendere come o più dello scorso anno. Quest’anno, inoltre, sarà particolarmente alto lo sconto medio di partenza: il 56% dei negozi partirà con il 30%, mentre il resto praticherà riduzioni iniziali comprese tra il 40 ed il 50%. “Un’occasione di risparmio per i consumatori, ma anche di vendita per le imprese, che cercano l’inversione di tendenza dopo l’ennesimo anno fiacco”, spiega il presidente di Fismo Confesercenti Roberto Manzoni, ricordando che “anche le vendite di Natale, seppure positive, sono state sotto le attese” e che “nel 2017 sono spariti altri 2.400 negozi di moda, più di 6 al giorno”. Questi saldi saranno invece un “ennesimo flop” per il Codacons, secondo il quale solo il 40% degli italiani conta di approfittarne per fare qualche acquisto e che il budget dedicato agli affari di fine stagione si ridurrà ad una media di 168 euro a famiglia (-7% rispetto allo scorso anno).
Confcommercio,spesa 330 euro a famiglia, giro 5,2 mld – Interessano 15,6 milioni di famiglie, muovono in totale 5,2 miliardi di euro, con un budget a persona di 143 euro e una spesa per ogni famiglia di 331 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori. Sono i numeri dei saldi invernali 2018 che oggi partono in Basilicata, domani in Valle d’Aosta e dal 5 gennaio in tutte le altre regioni, secondo le stime dell’Ufficio studi di Confcommercio. “La spesa per gli acquisti in saldo per valore, secondo le nostre stime – commenta il presidente di Federazione Moda Italia e vicepresidente di Confcommercio, Renato Borghi – sarà leggermente inferiore a quella dell’anno scorso, ma in linea con il momento. Il vero vantaggio sarà per i consumatori non vedere i prezzi dei negozi, dal primo gennaio, con l’Iva al 25%. Il Governo ha fatto bene ad ascoltarci, sterilizzando le clausole di salvaguardia, ma se vogliamo veramente uscire dal tunnel, occorre un maggior sforzo, coraggio e determinazione per ridurre la pressione fiscale, ancora troppo elevata per imprese e famiglie”.
IL DECALOGO DEL CONDACONS: Partono i saldi, e come ogni anno il Codacons diffonde il decalogo con i 10 consigli d’oro per evitare fregature durante e fare acquisti in tutta sicurezza:
1) Conservare sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Si hanno due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.
3) Girare. Nei giorni che precedono i saldi andare nei negozi a cercare quello che interessa, segnandone il prezzo; si può così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andare a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermarsi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontare i prezzi con quelli esposti in altri esercizi.
4) Consigli per gli acquisti. Cercare di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: così si è meno influenzabili dal negoziante e si corre meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non si aveva alcun bisogno. Valutare la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidare dei marchi molto simili a quelli noti.
5) Diffidare degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.
6) Servirsi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistare merce della quale si conosce gia’ il prezzo o la qualita’ in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
7) Negozi e vetrine. Non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
8) Prova dei capi: non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalita’ del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
9) Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.
10) Fregature. Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure chiamate i vigili urbani.