POMIGLIANO (Nello Lauro Il Mattino) – Nel Nolano è proprio “Mal’Aria”. Un anno grigio per la cappa di smog che ha soffocato la Campania e in particolare questo lembo della provincia di Napoli. In Campania – denuncia Legambiente – sono ben 14 le città fuorilegge per la qualità dell’aria, perché oltre la soglia limite prevista per le polveri sottili Pm10 (35 giorni di sforamenti all’anno con una concentrazione superiore ai 50 microgrammi per metrocubo). Un peggioramento rispetto allo stesso periodo nel 2016 quando erano 10 le città campane “malate” di smog. Secondo i dati Arpac aggiornati al 28 dicembre, la maglia nera e il record di sforamenti vanno a Pomigliano D’Arco dove i giorni di superamento sono stati 112, segue San Vitaliano con 104, chiude il podio della poco onorevole classifica Volla con 81. Non è migliore l’aria nelle città capoluogo di provincia: a superare nel 2017 la soglia di polveri sottili consentita per legge sono Caserta con 51 giorni di sforamento, poi Avellino con 47 e Napoli con 41. Le altre città campane “fuorilegge” sono Acerra con 60 giorni, Nocera Inferiore con 59, Casoria con 58, Sparanise con 47, Pignataro con 41 giorni, Aversa e Maddaloni con 40 e San Felice a Cancello con 38. “Quest’anno il picco di polveri sottili è arrivato con anticipo complici i cambiamenti climatici, poi c’è la mancanza di interventi strutturali e di coraggio da parte di regioni e sindaci per arginare il problema. Per liberare le città dallo smog – commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – è fondamentale il ruolo della Regione nel predisporre piani con uno svecchiamento del parco autobus e puntare nella riqualificazione energetica degli edifici”. Poca informazione, ancora meno prevenzione. E dire che uno strumento ci sarebbe: è il “piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria” approvato nel 2007 e aggiornato nel 2014. Un documento-guida di 214 pagine che analizzava e dava linee guida per la risoluzione di una problematica peggiorata di anno in anno. Una fiera delle intenzioni: come combattere una guerra nucleare con uno stuzzicadenti. Il sindaco di Pomigliano Raffaele Russo analizza i dati: “L’area metropolitana di Napoli conta 92 comuni, di questi solo il capoluogo e altri 8 sono dotati di centraline Arpac ed è una situazione vergognosa perché impedisce qualsiasi studio attendibile. Abbiamo commissionato una ricerca alla Federico II, accertando che la concentrazione di polveri sottili ha picchi dalle 17 alle 20, ore in cui il traffico veicolare sulle strade cittadine si fa più intenso e che le fabbriche del territorio hanno pochissima incidenza”. Il Comune ha stretto un accordo di programma con i paesi limitrofi (Brusciano, Castello di Cisterna, Mariglianella, Marigliano, Sant’Anastasia, San Vitaliano e Scisciano), un “patto dei sindaci” per predisporre programmi e progetti anti inquinamento e accedere a finanziamenti ad hoc. “Non è possibile che un’amministrazione, su queste problematiche, possa agire da sola” – continua Russo, che da qualche mese ha adottato un provvedimento finalizzato a contenere il traffico nei fine settimana (provvedimento sospeso per le festività). Il Comune di Pomigliano si è dotato di altre due centraline: “Una per il dato giornaliero – spiega – l’altra per quello momentaneo”. Intanto ha già pronta una nuova ordinanza sindacale che imporrà ai proprietari di camini di utilizzare meccanismi di abbattimento di fuliggini da installare sulle canne fumarie. “I camini – conclude Russo – sono parte rilevante nel determinare l’aumento di polveri sottili”. Palliativi per il momento, visti i risultati, a Napoli e in provincia. I nemici silenziosi continuano a lavorare e scalare le classifiche. Per dirla come gli ambientalisti in natura non ci sono né ricompense né punizioni: ci sono solo conseguenze.