In arrivo nuovi pesanti aumenti delle tariffe idriche in Campania. A denunciarlo sono i rappresentanti della Rete dei Comuni per l’acqua pubblica nel distretto Sarnese Vesuviano: “L’Ente Idrico Campano è finora un fallimento, dopo 4 anni doveva chiudere la stagione dei commissari regionali per restituire le competenze ai Comuni, come previsto dalla Costituzione. Invece l’EIC è stato completamente esautorato da decisioni prese altrove, svuotando i suoi organi e riducendoli a un semplice luogo di ratifica”. In particolare, i sindaci sottolineano i ritardi e la mancanza di democrazia nel funzionamento dell’Ente idrico presieduto dal sindaco di Agerola, Luca Mascolo: “A due anni dall’approvazione della legge regionale che istituiva l’ente, il presidente si è limitato a convocare sporadiche riunioni nelle quali ha comunicato le decisioni prese in cabine di regia estranee ai Comuni, gli unici sovrani in materia”. “La strada intrapresa porterà inevitabilmente all’ennesimo insostenibile aumento delle tariffe, scaricando su tutti i cittadini campani i costi del salvataggio dei carrozzoni societari, a partire dal colabrodo Gori” continua la nota. Per bloccare gli aumenti tariffari i nove rappresentanti eletti nel distretto Sarnese Vesuviano a sostegno della gestione pubblica hanno chiesto la convocazione del consiglio, Raffaele De Simone (Roccarainola), Massimo Pelliccia (Casalnuovo), Manlio Torquato (Nocera Inferiore), Bernardo Califano (Pagani), Roberto Falcone (Angri), Gaetano Ferrentino (Sarno), Vincenzo Fiengo (Cercola), Franco Gioia (Fisciano), Edoardo Serpico (Scisciano). “Bisogna coinvolgere tutte le amministrazioni comunali nella discussione sulle gravi proposte avanzate dal presidente Mascolo e dalla Regione Campania – dichiarano i rappresentanti – nonché avviare il percorso per la liquidazione di Gori e la ripubblicizzazione dell’acqua nel pieno rispetto dei referendum popolari del 2011”.